L’organizzazione urbana originaria, che vede la città divisa in quartieri dei samurai, dei commercianti, dei templi, evidenzia la volontà di difendere il castello e la città stessa. Essa è pianificata con un criterio non dissimile da quello odierno, in base al quale si definiscono le destinazioni d’uso di ogni quartiere. Si otteneva così una integrazione funzionale delle varie componenti della città: da un lato il governo, costituito dai daimyou con la sua residenza arroccata nella parte più difesa della città; poi il quartiere dei samurai, che garantiva la difesa interna della città; infine i produttori di ricchezza, commecianti e artigiani, dislocati nei quartieri verso il mare.
Si può arrivare a conoscere il processo di costruzione e trasformazione della città attraverso le numerose immagini di essa che ci sono rimaste. Attorno alla metà del Seicento, la città aveva definito la sua struttura, ma doveva ancora affrontare diversi, gravi problemi: il sito su cui sorgeva era paludoso e necessitava quindi di grandi opere di bonifica. Inoltre la costa era battuta da forti mareggiate e il fiume era spesso pericoloso.
La divisione dei quartieri in base alle classi sociali era una delle caratteristiche più importanti della città feudale. Nel caso di Hagi però questa divisione non è molto chiara, con l’eccezione del quartiere Meiji. Dal punto di vista della struttura viaria si rileva l’impiego generalizzato del sistema a griglia. La dimensione dell’isolato è diversa per ogni settore della città: nel settore samurai è di 60×120 ma (1 ma = 1,95m), mentre la misura dell’isolato diminuisce, man mano che ci si addentra nella parte della città destinata ai semplici cittadini: 40×60 o anche 40×40 ma.
Nei nuovi quartieri costruiti nella seconda metà del XVII secolo si possono trovare anche isolati da 30×60 ma; la regolarità degli isolati, nonché il variare della loro dimensione a seconda della destinazione, rende immediatamente evidente l’esistenza di una pianificazione urbana.
E’ nella prima metà del secolo successivo che l’organizzazione urbana originaria cambia, trasformando la città in quella che conosciamo oggi. Si consolidano gli argini lungo il delta del fiume e si scavano due canali, che convogliano le acque direttamente al mare, a difesa contro le inondazioni. Con queste opere di ingegneria civile si definisce la morfologia della città. Contemporaneamente essa continua a svilupparsi, evitando l’area paludosa, sia nel settore dei samurai che in quello commerciale.
La crescita di quest’ultimo avviene bensì con un ampliamento, ma anche trasformando la destinazione d’uso di molte case di samurai, che diventano invece case di commercianti.
Il fenomeno indica, naturalmente, una crescita economica della classe mercantile, e a esso s’accompagna lo sviluppo della rete stradale. Così, nella seconda metà del XVIII secolo, la città-castello definisce la propria struttura e organizzazione. Un secolo dopo si verifica un ulteriore ampliamento: nella zona paludosa, sin’allora utilizzata solo come terreno agricolo e residenza di contadini, si costruiscono case destinate ai più poveri tra i samurai.
Articolo di Kazuhiko Hoshi, tratto dal libro Il Restauro in Giappone
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