Simone Bianchi nasce a Lucca dove vive e lavora ancora. Dopo diverse collaborazioni con le più prestigiose case editrici italiane, illustra copertine di CD per band heavy metal; nel 2000, mentre insegna alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze, debutta la sua prima mostra di dipinti e nel 2001 lavora con la Direct2Brain di Latina, specializzata in design 3D dove si occupa di sceneggiatura, storyboard e studio dei personaggi.
Nel 2004 esce il primo volume di Ego Sum, una storia fantascientifica scritta e disegnata da Simone. Disegna poi per la DC Comics una miniserie dal titolo Shining Knight su testo di Grant Morrison. Nel 2005 alla mostra del Fumetto di Roma gli viene consegnato il premio “Yellow Kid” come miglior autore italiano dell’anno. Realizza così poi molte copertine per le testate DC Comics Green Lantern, Batman e Detective Comics.
Sempre nel 2005 esce per la Pavesio il suo Artbook, Onirika, presentato al Salone dei Comics di Lucca per il quale dipinge il poster ufficiale. Nel febbraio 2006 firma un contratto di Esclusiva con la Marvel, dopo il quale disegna 6 albi di Wolverine; nel 2007 rinnova il contratto e disegna 6 numeri di Astonishing X-Man per il quale ridisegna i costumi ufficiali che saranno poi utilizzati per i sei anni successivi nelle diverse testate pubblicate.
Nel 2008 il suo Astonishing X-Man volume 25 va in sold out e viene ristampato con una copertina totalmente nuova; nel 2009 dà vita al nuovo nemico di Wolverine, Romolus e nel dicembre dello stesso anno i suoi lavori sono contemporaneamente esposti al Museo di Palazzo della Penna di Perugia e alla Galérie du 9ème Art di Parigi.
Nel 2010 disegna la miniserie in sei albi di Thor for Asgard e l’anno successivo quella in tre albi Fear Itself: Uncunny X-Force. Durante il Comic-Con i suoi lavori vengono esposti alla Chuck-Jones Gallery di San Diego. Nel 2012 realizza per Wolverine una nuova figura femminile vicino al mutante, Remus, secondo personaggio creato da Simone per la Marvel.
Durante il 2013 lavora alla miniserie in 5 albi Thanos Rising e nell’aprile dello stesso anno ha luogo una mostra personale dei suoi lavori presso la Cart Gallery, nel Centro Storico di Roma. Nel 2014 realizza tre albi di New Avengers e subito dopo lavora a Thor e Loki: il Decimo Reame. A gennaio 2015 viene inaugurata una mostra dei suoi lavori presso la prestigiosa Danese/Corey Gallery di New York dal titolo Villains and Superheroes.
Nello stesso anno gli vengono commissionate delle covers di Star Wars e realizza l’albo di Star Wars n.7 le cui tavole al suo interno e la copertina saranno acquistate dallo stesso George Lucas. Nel 2016 lavora alla serie Amazing Spiderman, disegnando sei numeri interi; per tutto il 2017 e per la prima metà del 2018 si dedica interamente all’ambizioso progetto Marvel Masterpieces, dipingendo 135 illustrazioni originali a colori per the Upperdeck Company. Saranno proprio queste illustrazioni che daranno vita a due mostre simultanee, una alla Galleria di New York e una a Lucca, durante l’edizione Lucca Comics and Games 2018.
Qui di seguito il video della mostra, una gallerie di fotografie e una sua intervista tratta dalla mostra alla Chiesa dei Servi di Lucca:
Intervista a Simone Bianchi (tratta dalla mostra alla Chiesa dei Servi di Lucca)
La prima parola che ti è venuta in mente quando ti è stato offerto il progetto?
C***O! Sinceramente è stata quella, per la sorpresa. Era una cosa a cui ambivo e che rincorrevo già da un po’ di tempo, poi ho conosciuto Jennifer Wu, Direttrice Artistica della Upperdeck durante il comi-con di San Diego.
È venuta al mio stand come una qualsiasi appassionata e quando poi ho capito chi fosse mi sono fatto avanti io; lei mi ha detto che sarebbero potuti essere interessati e qualche settimana dopo, di notte, mi è arrivata una mail: stavo per andare a dormire e ho trovato la proposta ufficiale, sempre da Jennifer, ed è lì che ho esclamato esattamente la parola di cui sopra.
Perché hai deciso di accettare il progetto in questo momento della tua carriera mettendo in pausa la classica narrazione del fumetto?
La verità sincera è che dopo i 6 numeri di Amazing Spiderman ero davvero stanco, mi ha prosciugato di ogni energia; poi, dopo aver visto come sono state colorate le pagine, ho capito di volere ardentemente un progetto su cui avere il controllo assoluto, su tutte le fasi della produzione dell’immagine, compresa la parte finale che spesso è la più importante. In più, dopo così tanti anni a concentrarmi sulle pagine interne mi sono reso conto di avere una voglia enorme di dipingere ad acrilico.
Come hai affrontato questa enorme mole di lavoro? Immagino sia uno sviluppo completamente diverso rispetto al classico comics book.
No, nel senso che proprio perché sono abituato a lavorare sui comic ho ripartito le scadenze in parti più piccole, in modo da sapere che tipo e quantità di lavoro avrei dovuto fare ogni mese. Se l’avessi divisa pensando solamente alla scadenza finale di un anno, avrei rischiato di bucarla, accorgendomi magari troppo tardi di essere indietro.
Quali personaggi ti sei divertito di più ad affrontare e quali hai affrontato per primo: i classici o quelli che non hai mai interpretato?
Per primi ho affrontato i classici perché nella cronologia che mi hanno dato c’erano proprio i classici con i costumi classici, che è una cosa che ho apprezzato molto. Quelli sui quali mi sono divertito… sono veramente tutti… se proprio ne devo scegliere alcuni è stato bello dipingere i villains, uno per uno, tutti i nemici di Spiderman, le 10 scene di scontri e i pezzi di dimensione doppia 46 x 60 cm.
Due anni di intenso lavoro… tornando indietro accetteresti nuovamente questo progetto?
Sono stati un po’ meno, 14 mesi, per l’esattezza. E SÌ, inizierei di nuovo domani.
È cambiato qualcosa nelle tue tecniche di lavoro tra i vari formati delle illustrazioni?
No, niente, ho usato gli stessi materiali von la stessa fluidità, fermo restando che più in grande lavoro e più mi trovo meglio; a livello tecnico però non cambia nulla.
Due mostre sono legate a questo enorme ed importante progetto; una alla galleria Metropolis di NY ed una al Lucca Comics. Ci vuole parlare di questi due eventi?
Prima è nata quella alla Galleria Metropolis, di cui parliamo già da diversi mesi; devo dire che per me è un onore esporre i miei pezzi lì, perché penso sia la Galleria di maggiore prestigio al mondo che tratta specificamente tavole originali interne di fumetti e illustrazioni e quindi quando mi è stata proposta l’ipotesi a Dubai nel 2017… ci sono saltato sopra! Quella di Lucca Comics è arrivata dopo ma è Lucca, non c’è bisogno di aggiungere altro.
In questo momento tutti i Dirigenti sono persone che reputo estremamente capaci e l’idea di mettere insieme una mostra in cui far vedere di persona i miei lavori è un sogno. Parliamoci chiaro, i social sono utilissimi per dare un’idea a chi segue il tuo lavoro di cosa stai facendo, però vedere un file non ha niente a che vedere col trovarsi di fronte a una mostra di originali.
E comunque la mia ultima personale a Lucca (Propheta in Patria) risale al 2005 e mi fa particolarmente piacere dare anche ai lettori arrivati nel frattempo, sia per l’affinità sia proprio per l’erà, il modo di vivere i dipinti dal vivo, che, ripeto, è un’esperienza che non c’entra niente col vedere i pezzi online o con la stampa “di massa”, che per loro stessa natura hanno dei limiti insormontabili.
I Marvel Masterpieces hanno dato ai precedenti illustratori una sorta di consacrazione. Pensi di essere arrivato ad un apice della tua carriera o dobbiamo prepararci ad essere nuovamente sorpresi?
Preparatevi a essere enormemente sorpresi presto, perché la cosa a cui sto lavorando proprio in questo momento in cui rispondo alle domande è altrettanto prestigiosa e azzarderei dire inaspettata.
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