San, Sama, Chan, Chama… sono tutti suffissi onorifici che vengono legati al nome giapponese per rendere ciò che in inglese è ad esempio Mr, Mrs o Ms, con la differenza però che in giapponese hanno una maggiore valenza e complessità.
In giapponese, si usa quasi sempre il cognome di una persona a meno che quella persona non la si conosce bene o sia un parente o amico intimo. La maggior parte delle persone che ho conosciuto e con cui ho lavorato in Giappone ovviamente aveva il loro primo nome ma ho avuto modo di saperlo solo attraverso il biglietto da visita che loro mi hanno dato al primo incontro o tramite altri pezzi di carta. Per rivolgermi a loro io ho sempre usato Takeda-san, Suzuki-san e Ikeda-san.
Queste persone erano miei colleghi nelle scuole dove ho lavorato. Il suffisso -san (scritto さ ん) è quello più sicuro, semplice ed efficace, difficilmente vi potete sbagliare nell’usarlo. In caso di dubbio, vi basterà unire -san al cognome della persona in questione per essere sicuri di rivolgervi a quest’ultima nel modo giusto.
Il giapponese però, oltre a -san, ha altre possibilità di scelta. C’è per esempio -Chan (scritto ち ゃ ん) che è una forma diminutiva di -san e viene usato con quelle persone con cui si ha maggiore confidenza e familiarità, con cui si è più vicini e che conoscete davvero bene. E’ molto spesso usato più dalle donne che dagli uomini.
Un uomo potrebbe sicuramente riferirsi ad una donna chiamandola “Satomi-chan” ad esempio ma non si rivolgerebbe mai ad un suo amico maschio chiamandolo “Daisuke-chan”, a meno che non sia ubriaco o lo faccia per prendere in giro e scherzare.
Gli adulti, spesso aggiungono il suffisso -chan ai nomi dei bambini o a volte gli insegnanti lo usano con i loro studenti. Questo però dipende dalla situazione quindi per precauzione è meglio non usarlo se non avete la confidenza necessaria o la poca vicinanza con la persona non lo consente.
Il suffisso -chan dipende con chi lo si usa e dal tono di voce con cui si esprime, può risultare un pò “paternale” o insultante in altri casi. Ho sentito per esempio degli insegnanti usare -chan con il nome di uno studente come per considerarlo immaturo o troppo infantile nei comportamenti; allo stesso modo lo possono usare i genitori quando si rivolgono ai propri figli.
Il suffisso -sama (scritto con il kanji 様 oppure con i kana さ ま) è speciale, riservato a persone con cui bisogna mostrare del particolare rispetto; è poco usato nel parlato quotidiano dal momento che è ben più appropriato usare il comune sensei, che è quello che la maggior parte usa.
Questo perchè, anche se libri e dizionari traducono “sensei”con “insegnante”, in realtà viene usato per indirizzarsi a medici, insegnanti di qualsiasi tipo (dalle scuole più ordinarie alle università più prestigiose), maestri di arti marziali nei doujo o anche i monaci buddhisti. Si usa inoltre per rivolgersi a persone responsabili di una qualsiasi organizzazione, incluso il direttore di una scuola.
Dove invece viene usato -sama è nella lingua scritta. E’ ad esempio il suffisso che si mette dopo il nome in una busta quando si scrive una lettera formale. E’ usato, sempre in ambiente più formale, quando si risponde al telefono: “Donata-sama desu ka” o “Dochira-sama desu ka” sono infatti i due modi standard per chiedere chi sta chiamando al telefono.
In alcuni casi, specialmente in quelle dove regna ancora una certa attenzione alla tradizione, è facile sentire spesso questo uso di -sama ed è inoltre importante sapere quanto sia complessa l’etichetta giapponese al telefono.
Un altro suffisso speciale è -chama (scritto ち ゃ ま), di solito usato per essere gentile e rispettoso verso qualcuno che possiamo considerare nostro pari. Quando frequentavo il corso di traduzione per interpreti, c’era tra i miei compagni una studentessa incredibilmente dotata e intelligente, anche più della metà dei nostri insegnanti pur avendo metà della loro età.
Così spesso la chiamavamo “Keiko-chama” e nonostante questo lei era davvero molto umile (ora fa uno straordinario lavoro come interprete alle conferenze).
Un altro suffisso è -kun (scritto 君 oppure く ん ), che viene utilizzato allo stesso modo degli altri, legato al cognome della persona, ma è riservato a individui che sono al di sotto di chi parla nella scala sociale. Per esempio, gli insegnanti a volte usano -kun associato ai nomi degli studenti, anche se spesso tendono a usare solo il nome omettendo il suffisso.
Nelle aziende e organizzazioni spesso chi è di grado superiore usa -kun con gli impiegati o dipendenti però anche in questo caso non rappresenta un problema se il suffisso viene omesso.
Quanto ho detto sino ad ora rappresenta una guida molto approssimativa di quanto sta veramente dietro ai suffissi onorifici e al loro uso. Vivere in Giappone e vedere da vicino come funziona, stando a contatto con la vita quotidiana giapponese, è il modo migliore ed anche il più semplice per imparare.
Quando vi troverete lì, la cosa più sicura che potete fare è seguire l’esempio di coloro che vi circondano. Se per esempio nel vostro gruppo vedete che l’uso frequente è -san per rivolgervi a determinate persone allora fatelo anche voi.
Tratto dal sito LanguageRealm.com
Traduzione: Sakura Miko
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