Il Giappone continua ad accendere l’immaginazione degli occidentali che hanno prodotto, in particolare negli ultimi due secoli, una gran quantità di racconti di viaggio e saggi dedicati al Paese. Grande testimone del Giappone del Novecento è Fosco Maraini. Il suo capolavoro Ore Giapponesi (2000; prima edizione 1958), opera corposa e che sfugge alle definizioni, racconta in prima persona il Giappone prima della guerra e i tragici eventi del conflitto mondiale, compresa la dura esperienza in un campo di prigionia.
Un’affascinante evocazione della corte Heian è Il mondo del principe splendente di Ivan Morris (1984; prima edizione inglese 1964). Lafcadio Hearn, irlandese di nascita poi naturalizzato giapponese, testimone della modernizzazione dell’epoca Meiji a cavallo fra ‘800 e ‘900, ha raccolto fra l’altro numerose storie fantastiche pubblicate in Ombre Giapponesi (2018). Iro Iro: il Giappone fra pop e sublime (2018) di Giorgio Amitrano è un’interessante introduzione ad alcuni aspetti della cultura giapponese.
E’ ampia la produzione di letteratura di viaggio, anche se solo in piccola parte tradotta in italiano. Alex Kerr in La bellezza del Giappone segreto (2019, prima edizione in giapponese del 1993) racconta come il Paese stia perdendo un patrimonio di paesaggio, arti e tradizioni. Il canadese Will Ferguson sceglie invece un tono ironico in Autostop con Buddha (2013), cronaca di un attraversamento del Paese in autostop da sud a nord seguendo la fioritura dei ciliegi.
I racconti dello scrittore olandese Cees Nooteboom pubblicati in Cerchi infiniti (2017) descrivono con sensibilità il Giappone che cambia attraverso i decenni. Sempre il viaggio è al centro di alcune splendide opere a fumetti. E’ il caso dei Quaderni Giapponesi 1 e 2 (2015 e 2017) del mangaka italiano Igort, nel quale il racconto si fonde con la memoria della vita in Giappone. In viaggio a Tokyo (2015), ‘gekiga’ di Vincenzo Filosa, l’esplorazione della capitale in un dettagliato bianco e nero si fonde con la narrazione di sé. L’autobiografia è al centro anche del romanzo Stupore e tremori di Amélie Nothomb (2000): la scrittrice belga, cresciuta in Giappone, racconta la sua esperienza in un’azienda nipponica e l’incapacità di adeguarsi alla trama di norme non scritte.
Fra i romanzi italiani contemporanei si segnalano Tokyo transit (2016) di Fabrizio Patriarca, viaggio allucinatorio nei meandri della capitale giapponese, e Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (2919), delicato racconto dell’elaborazione del lutto dopo la tragedia dello tsunami.
Fonte: estratto dal libro “Giappone” di Laura Imai Messina e pubblicato da Touring Club Italiano
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