Secondo definizione un Libro è considerato come un insieme di fogli di carta sistemati e rilegati insieme secondo un preciso ordine. I fogli possono essere rilegati in modi differenti e il libro che ne viene fuori ha di volta in volta un aspetto diverso a seconda del metodo di rilegatura usata.
E’ bene sapere che tutti i metodi di rilegatura giapponese sono stati prima inventati in Cina e poi , via via nei secoli, introdotti in Giappone successivamente. Nonostante questa “comune” origine, i libri giapponesi si differenziarono, allora come anche oggi, dalle versioni cinesi e coreane.
Una prima ragione può ricercarsi nella diffusione e uso della stampa: comparata al Giappone, la Cina presentava (e presenta ancora oggi) un territorio ben più vasto; un testo dunque aveva necessità di raggiungere più luoghi e maggiori distanze, per questo motivo in Cina la stampa ebbe maggiore successo che in Giappone. La Cina infatti stampava versioni “standard” di un qualsiasi testo e lo distribuiva in larga scala nel proprio vasto territorio, raggiungendo così facilmente tutta quella gente che sapeva sia leggere che scrivere, e non erano pochi.
In Giappone, invece, il saper leggere e scrivere era considerato non una cosa di tutti ma un privilegio di pochi e quindi non era necessario, come accadeva in Cina, né raggiungere vasti territori né tantomeno tante persone; i libri assunsero dunque un aspetto differente e la stampa in vasta scala stentò a decollare.
Nonostante infatti il metodo della stampa venne introdotto in Giappone verso l’VIII secolo, fino al XVII il suo uso rimase riservato solamente per scritti buddhisti. Fu solo dopo, con nuove tecniche di stampa introdotte anche dalla Corea e con l’arrivo dei missionari europei (che portarono la stampa a caratteri mobili), che la stampa si diffuse maggiormente e, finalmente, prese piede anche in Giappone.
La stampa quindi, e poi anche la successiva diffusione dell’editoria, rappresenta per un popolo un elemento di produzione e di cultura molto importante; Cina e Corea seppero sfruttare molto presto i vantaggi dei libri stampati; al contrario in Giappone i libri tardarono ad arrivare e per lungo tempo furono i manoscritti ad essere utilizzati.
Il dover essere efficienti, veloci e produrre, in vasta quantità, libri e testi non è dunque stato, inizialmente, un problema per i giapponesi; facendo affidamento a dei manoscritti, tra l’altro rivolti ad un élite limitata di persone, potevano permettersi di creare, manualmente, libri di vari formati e con rilegature differenti a seconda del contenuto e dello scopo, lasciando così oggi agli storici il piacere di esplorare tra i tantissimi esemplari tramandati.
Possiamo oggi riconoscere cinque modi diversi in cui i giapponesi rilegavano tradizionalmente e manualmente un libro:
- Kansusou (papiro, rotolo o pergamena)
- Orihon (rilegatura a fisarmonica)
- Detchousou ( rilegatura in “stile orientale” o a “fogli incollati”)
- Tetsuyousou (rilegatura “multisezione”)
- Fukurotoji (rilegatura “tascabile” o “da borsa”)
Di queste cinque modalità possiamo ancora aggiungere che, i primi tre tipi (Kansusou, Orihon e Detchousou) sono formati in cui i fogli sono uniti insieme con della speciale colla vegetale; gli ultimi due tipi (Tetsuyousou e Fukurotoji) tengono invece i fogli insieme usando del filo o nastro.
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