Gyudon (牛 丼, ciotola con carne di manzo) e Tonjiru ( 豚 汁, zuppa di miso con carne di maiale e verdure) hanno molto in comune. Non solo sono una simpatica combinazione per un pasto veloce ma anche guardando i termini in sè esiste una particolarità circa il loro modo di essere letti e pronunciati.
In Giapponese, come sappiamo la maggior parte dei kanji ha almeno due letture. Una è quella derivata dalla sua forma originaria cinese ed è chiamata on-yomi ( 音 読 み ). L’altra è invece la lettura nativa giapponese che la maggior parte degli ideogrammi ha finito per acquisire tempo dopo l’importazione in Giappone. Questa lettura si chiama kun-yomi ( 訓 読 み).
Ora, quando due ideogrammi sono messi insieme per formare un composto o lemma, abbiamo ciò che viene chiamato jukugo ( 熟 语 ) cioè applichiamo quella regola che determina la lettura dei kanji in questione, e decidiamo dunque se vanno letti secondo lettura nativa giapponese, quindi Kun, oppure secondo quella Sino-giapponese, quindi On.
Per rimanere ancora a parlare di cibo, prendiamo per un momento la parola Gohan (riso). Tale parola è composta da due ideogrammi: 御 (go) e 飯 (han), entrambi pronunciati secondo lettura On. Se invece d’altra mano prendiamo la parola Tsukemono (漬 物 Sottoaceti ) abbiamo due kanji letti entrambi secondo lettura Kun.
Potremo dire che la bella notizia è dunque che la maggioranza di tutte le parole composte da kanji, alimentari e non, seguono questa regola di base: Kun + Kun oppure On + On. Questa notizia ovviamente sarà di certo molto apprezzata dai lettori non madrelingua giapponesi che ora faranno salti di gioia.
Purtroppo però, come in ogni lingua, ci sono eccezioni che rovinano la contentezza e giungono a complicare la situazione: vi sono infatti parole (e non sono poche) che vengono lette secondo la regola Kun + On oppure On + Kun
Queste combinazioni di letture “eccezionali” hanno anche un nome. La prima combinazione viene chiamata Yutou-yomi ( 湯 桶 読 み) che letteralmente significa qualcosa come “lettura del contenitore di liquido caldo” (in riferimento allo Yutou, il contenitore antico giapponese in legno usato per servire liquidi caldi) mentre il secondo viene chiamato Juubako-yomi (重 箱 読 み) e significa “lettura della scatola per cibo posto su più livelli” (il juubako era ed è infatti la scatola bentou per cibi posta a più livelli).
Detta così sembra davvero una cosa alquanto strana ma la ragione che sta dietro a questa particolare terminologia sta nel fatto che le due espressioni, Yuuto e Juubako, sono loro stessi un chiaro esempio di modelli di eccezione: la parola Yuuto segue infatti la lettura Kun + On mentre Juubako segue la lettura On + Kun.
I due termini indicano oggetti che non sono molto comuni nella vita di tutti i giorni ma ora vengono usati per indicare delle letture che invece, anche se rappresentano un’eccezione sono molto comuni a trovarsi […].
Una parola molto comune che segue il modello Yuuto (cioè Kun + On) è la parola Basho (場 所, luogo, posto), che ovviamente non viene letta nè Badokoro nè Jousho. Allo stesso modo si comporta anche la parola Kippu (切 符, biglietto) che ovviamente non viene letta Seppu, e anche se Jikei potrebbe apparire più logico, la parola Orologio viene ancora letta Tokei ( 時 計 ). Ritornando al cibo due esempi ancora che possiamo aggiungere all’elenco sono Butaniku (豚 肉, maiale) e Toriniku (鶏 肉, pollo).
Un esempio molto spesso usato invece per indicare il modello Juubako (cioè quello che segue, al contrario, la lettura On + Kun) è ad esempio la parola Daidokoro (台 所, cucina). Chiaramente non viene letta Daisho nè Utenadokoro.
Anche il programma televisivo non viene pronunciato Banso bensì Bangumi (番 組 ) e ogni giorno della settimana viene letto Youbi ( 曜 日 ) e non Youjitsu.
Le nostre due parole, citate ad inizio dell’articolo, Gyuudon e Tonjiru, rientrano proprio in questa categoria. La cosa curiosa è che l’ingrediente più importante per preparare il Tonjiru è proprio il “butaniku” che, come visto prima, fa parte della categoria di eccezioni opposta.
Sembra tutta una gran confusione ma vi assicuro che non è una cosa del tutto priva di logica. Per prima cosa le letture miste possono essere un ottimo modo per evitare omonimie. Il termine Nimotsu (荷 物, bagaglio), per esempio, se venisse letto secondo il modello On + On diventerebbe Kamotsu, ma così facendo si finirebbe per leggere la parola “bagaglio” allo stesso modo di “merci, carico”.
Nemmeno usare la lettura Kun + Kun degli stessi kanji sarebbe una soluzione perchè diventerebbe Nimono 煮 物 e “bagaglio” verrebbe pronunciato allo stesso modo di “cibo di stagione o cibo bollito”. […]
Un altro motivo per cui sono utili le letture miste è che in alcuni casi la lettura Kun e la lettura On non sono intercambiabili: se viene usata una lettura piuttosto che un’altra cambia anche il significato del kanji, anche se lievemente: Chu ( 中) non è lo stesso che dire Naka ( 中) anche se il kanji è sempre quello, ed è per questo motivo che Chubi (中 火, fuoco medio ) non può diventare Nakabi.
Allo stesso modo anche Hon ( 本 ), che sappiamo può significare sia “origine” che “libro”, se usato con lettura Moto denota solo il significato di “origine” non di “libro”. Infatti noi compriamo un libro in una “Honya” ( 本 屋 libreria) e non in un Motoya.
Infine, un caso che comporta l’uso della combinazione di lettura mista è perchè il kanji ha solo una lettura (o Kun o On). Ban (晩, sera) e Shiki (式, stile) ne sono un esempio. Dal momento che per un qualche motivo non hanno una lettura Kun, allora la lettura On diventa la loro unica opzione e viceversa.
Questo potrebbe dunque spiegare perchè abbiamo parole come Asaban (朝 晩, mattina e sera) oppure Kabushiki (株 式, società per azioni), che seguono dunque il modello Kun + On; rimane però ancora poco chiaro il perchè non seguano il modello On + On e diventino Chouban e Shushiki.
Per questo stesso e poco chiaro motivo, il modo più plausibile, e forse anche l’unico, per giustificare e spiegare perchè Gyudon e Tonjiru devono essere letti così e non Ushidon e Tonjuu, è perchè altrimenti i piatti non avrebbero avuto lo stesso sapore se con lettura differente!
*** Se trovi gli articoli, le traduzioni e le recensioni di questo sito utili, per favore sostienilo con una donazione. Grazie! ***
Se volete potete distribuire liberamente questo testo, in maniera non commerciale e gratuitamente, conservandone l’integrità, comprese queste note, i nomi degli autori ed il link http://sakuramagazine.com