Come sviluppare una “naturale” relazione con il giapponese imitando il modo di parlare di un nativo, incrementando anche la capacità di memoria di una parola e di come associarla ad altre.
Gli studenti secchioni, amanti dello studio intenso da cui poi deriva anche un certo masochismo nel voler rimanere incollati sempre e solo al tedioso libro di grammatica e alla classica lista di vocaboli da imparare, potrebbero trovare l’argomento di questo articolo infantile, sciocco e linguisticamente inutile.
Agio, familiarità e informalità sono essenziali per relazioni di successo. E così anche con una lingua. All’inizio del vostro percorso di studio potrebbe essere vantaggioso e anche normale vedere il giapponese come una sorta di demone, di capo prepotente; però affinché la vostra “relazione” con la lingua giapponese duri a lungo, dovete fare in modo che diventi più… “intima”.
Gli studenti che scelgono di seguire il modello “schiavo-padrone”, fissandosi sul continuo “lavorare sodo e duramente” finiranno con il tempo solo per arrivare allo sfinimento. Gli studenti invece che “flirtano” a studiare e lo affrontano con un pò di “giocosità”, probabilmente riusciranno a vivere la vita da studente più felicemente!
I giochi di parole ad esempio, in modo divertente, possono offrirvi una visione della lingua più aperta, profonda e tridimensionale. Possono insegnarvi, divertendovi, a percepire le parole e ad avere una comprensione di essere più ampia riguardo le loro diverse sfumature: come forma, come suono o come idea.
E più sono i modi in cui voi percepite una parola e più scrupolosa e diligente diventa la vostra percezione della lingua, vicina se non simile a quella di un vero nativo madrelingua. Vediamo qualche esempio di giochi di parole, tra i più famosi:
SHIRITORI: il primo gioco, sicuramente tra i più celebri è sicuramente questo, lo Shiritori. Letteralmente significa “afferra il fondo” (detto così potrebbe essere un tantino fuorviante come traduzione perciò permettetemi di considerare migliore la traduzione “acchiappa l’ultima sillaba”).
Le regole sono le seguenti: il Giocatore 1 dice una parola. Il Giocatore 2 allora deve dire un’altra parola che inizia con l’ultima sillaba della parola detta dal Giocatore 1 e così via sino a che gli altri giocatori. Ad esempio:
Uma (cavallo) —> Mado (finestra) —> Doa (porta) —> Ame (pioggia) —> Megane (occhiali) —> Nezumi (topo) —> Mikan (mandarino)
Il gioco finisce quando un giocatore non è in grado di formulare una parola che inizi con la sillaba appropriata o quando viene pronunciata una parola che termina in -n ん perché in giapponese non esiste alcuna parola che inizia con ん .
RIEMPI GLI SPAZI E COMPLETA LA PAROLA: in questo gioco vengono forniti due tipi di informazione per risolverlo: una è la domanda-definizione (stile cruciverba) e una risposta che consiste in una parola ben precisa. Di questa parola però viene proposta solo la parte centrale come indizio ma mancante della sillaba iniziale e finale.
Sta al giocatore dunque indovinare le due sillabe mancanti e scoprire la parola che risponde alla domanda-definizione. Esempio:
Domanda —> Benkyou ga sukina hito ga yoku iku basho?
(Il posto dove vanno spesso le persone che amano studiare?)
Risposta indizio —> ___ SHOKA___
Soluzione —> TO shouka N (biblioteca)
CRUCIVERBA: altro gioco abbastanza famoso che offre un’ottima occasione di esercizio mentale è il cruciverba. Prima bisogna capire l’indizio o cosa vuole sapere la definizione e dopo si deve pensare ad una parola, come possibile soluzione, da scrivere sulla griglia ad incrocio, esattamente come nei classici cruciverba.
Tratto dal libro 13 Secrets for Speaking Fluent Japanese
Traduzione: Sakura Miko
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