Come esprimersi al meglio, sviluppando l’abitudine di usare frasi o giri di parole al posto di vocaboli che non ricordate o non conoscete.
Per qualsiasi studente, non nativo, che stia studiando e imparando il giapponese, è semplicemente normale arrivare, ad un certo punto, in un momento in cui si è a corto di parole o in cui non si riesce a trovare quella specifica, richiesta dalla situazione.
Se state preparando un compito a casa o vi trovate in una biblioteca, liberi dalla pressione che comporta una reale conversazione, chiunque può risolvere il problema cercando tranquillamente sul proprio dizionario.
Nella vita quotidiana però, questa soluzione non è molto pratica a dire il vero. Non c’è nulla che possa fermare una veloce conversazione, nè un dizionario di enormi dimensioni nè la completa memorizzazione del suo intero contenuto.
La migliore soluzione per superare questo senso di inadeguatezza che potreste provare, dovuta al ristretto numero di vocaboli che avete a vostra disposizione, è compiere un effettivo cambio di consapevolezza.
Innanzitutto dovete abbandonare la vostra smania di accumulare e imparare parole su parole e sviluppare invece una sorta di “parlato improvvisato”: in poco, da individui che accumulano e imparano smaniosamente vocaboli dovete trasformarvi in “agenti pubblicitari” che reclamizzano la lingua senza alcun timore.
Per raggiungere questo livello di consapevolezza, dovete prima capire, anche nella vostra stessa lingua madre, in che modo soffrite di blocchi mentali che spesso, anche se temporaneamente, vi impediscono di tirar fuori, nei momenti importanti, la parola giusta. Avete bisogno di essere consapevoli di come reagite in casi del genere e quando vi capita senza esitazione e senza pensarci troppo, sostituite la parola che non sapete o non ricordate con una frase esplicativa (girandoci praticamente intorno).
Se per esempio la parola che non vi viene in mente è “osteopata”, potreste sostituirla con qualcosa come “il medico che cura le ossa”; la parola “disoccupazione” potrebbe essere sostituita da una frase come “stato in cui non si ha lavoro”.
Magari non parlerete al massimo dell’eleganza (o dell’economia in fatto di parole) ma almeno potrete farvi capire dalla persona con cui state interagendo. Sarete riusciti a comunicare e la lingua avrà svolto la funzione per cui esiste.
Ovvio che il non sapere o non ricordare una parola specifica non è un problema esclusivamente legato a studenti stranieri. E’ una difficoltà generale legata spesso alla timidezza o all’essere esitanti nello spiegare certi concetti con altre parole.
Per parlare in modo davvero naturale in giapponese, il segreto non è memorizzare un intero dizionario di parole, ma riuscire a “manipolare” un minimo numero di parole basilari con la massima flessibilità.
Pensate a voi stessi come ad un dizionario. Definite i concetti usando parole semplici come Mono (cosa), Koto (azione, fatto), Joutai (stato), Tokoro o Bashou (posto, luogo) o Hito (persona) e state pur certi che potrete dire qualsiasi cosa…… o quasi!
Esempi sono:
- 歯 を み が く も の
Ha wo migaku mono
Oggetto per lavare i denti—-> Spazzolino da denti- 仕 事 が な い じ ょ う た い
Shigoto ga nai joutai
Stato in cui non c’è lavoro—-> Disoccupazione- 本 当 で は な い こ と を い う 人
Hontou de wa nai koto wo iu hito
Persona che non dice la verità—-> Bugiardo
Tratto dal libro 13 Secrets for Speaking Fluent Japanese
Traduzione: Sakura Miko
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