Il 6 agosto saranno settant’anni che la prima bomba atomica fu lanciata su Hiroshima, tre giorni dopo toccò a Nagasaki. Al di là di tutti i discorsi che possono essere fatti su questo argomento, se non si vuole dimenticare questa tragedia, parafrasando quello che chiede Massimo Bernardini alla fine di ogni episodio de Il tempo e la storia, ci sono un libro, anzi un manga, da consigliare, e un film, anzi un anime da non perdere.
Tra l’altro il manga in questione è appena uscito in una nuova edizione, per Hikari, la linea manga di 001 edizioni: Gen di Hiroshima di Keiji Nakazawa, assente ormai da anni dalle fumetterie e librerie. Si tratta di un’edizione di lusso, in due volumi di grande formato, con apparato bibliografico e approfondimenti sull’autore, che in questa storia raccontò la sua infanzia, perché era lui stesso un sopravvissuto di Hiroshima.
Gen di Hiroshima è una storia spietata, commossa, cruda, toccante, capace di entrare nell’animo e di non uscirne più: l’autore decise di raccontare questa vicenda negli anni Sessanta, mentre i membri della sua famiglia superstiti morivano uno dopo l’altro di cancro. In particolare la decisione maturò dopo il funerale della madre, che sotto la bomba aveva partorito un bambino nato morto, quando vide le ossa dopo la cremazione diventare polvere per le conseguenze delle radiazioni.
Nelle pagine del fumetto rivivono i momenti prima del 6 agosto, la storia di una famiglia distrutta, dove il padre dell’autore era comunque un convinto pacifista, reduce da un periodo in galera per la sua opposizione alla politica militaresca del Giappone, e morì in quel giorno insieme alla figlia maggiore e al figlio minore, il momento della bomba con tutte le conseguenze e il dopo, ricordando che la Storia la scrivono sempre e solo i vincitori e che non tutti i vinti sono uguali.
Una storia potente, capace di far cambiare idea al peggiore detrattore dei manga, una graphic novel al livello di quelle di Craig Thompson, di Art Spiegelman, di Marjane Satrapi, capace di raccontare lo strazio di un popolo di fronte alla Storia nel suo lato più crudele.
Gen di Hiroshima, portato anche al cinema sia dal vivo che animato, è un’opera che andrebbe letta da storici e studenti, messa accanto ad altre dello stesso genere, da Il diario di Anna Frank a Se questo è un uomo passando per Germania anno zero di Rossellini e Storia di una ladra di libri libro e film, capace di gettare luce su quella che è stata la grande tragedia del Giappone, rivista in maniera metaforica in tanti anime (chi non si ricorda i funghi atomici che facevano i mostri di Goldrake quando esplodevano?) ma raramente affrontata nella sua realtà più cruda.
Keiji Nakazawa è morto nel 2012 di leucemia, conseguenza a distanza di anni dell’esposizione alle radiazioni: le bombe di Hiroshima e Nagasaki hanno continuato e continuano ad uccidere, anche i figli e i figli dei figli di chi c’era.
Parlando invece di film, oltre gli adattamenti cinematografici di Gen di Hiroshima, inediti in italiano, non si può non consigliare Una tomba per le lucciole (Hotaru no haka) del 1988, diretto da Isao Takahata e prodotto dallo Studio Ghibli. Ispirato al romanzo di Akiyuki Nosaka, cantante e scrittore che raccontò la sua esperienza durante la guerra, Una tomba per le lucciole è un film straziante e lucido, che racconta la storia di due bambini, fratello e sorella, mentre il Giappone viene distrutto dai bombardamenti e si arrende, fino alla loro tragica fine.
Un film che ti dice dalla prima scena come andrà a finire, che all’epoca in patria non ebbe gran successo perché scomodo e che negli anni è diventato poi famoso, grazie anche ai riconoscimenti ottenuti in giro per il mondo.
In Italia era uscito nel 1995 in edizione home video per la Yamato e riuscirà a novembre al cinema con una nuova edizione. Con qualche mese di ritardo rispetto all’anniversario di Hiroshima sarà senz’altro un film da vedere o rivedere, per non dimenticare cosa successe allora ma anche per non dimenticare ai tanti, troppi, Seita e Setsuko che ci sono ancora nel mondo oggi, magari a non molti chilometri dall’Italia.
Articolo scritto da Elena Romanello per SakuraMagazine
Se volete leggere i libri scritti dalla nostra amica Elena Romanello della collana “I Love Anime” allora vi consiglio:
- Capitan Harlock. Avventure ai confini dell’Universo
- Candy Candy. «Eravamo tutte innamorate di Terence…»
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