Esistono delle frasi nel parlato comune che spesso servono ad introdurre intenzioni o volontà di compiere una determinata azione nonostante l’accadere, più o meno aspettato, di un altro evento che, al di là della volontà del soggetto, avviene per compromettere il proposito iniziale o addirittura impedirlo.
Queste frasi sono quelle che presentano le espressioni “Anche se…”, “Anche se non…”, “Nonostante…”, “Sebbene….”, “Benché…” ecc…; si chiamano frasi concessive e il giapponese ha due modi per formarle. La prima è con in verbo o aggettivo o nome nella sua forma in -Te + Mo e l’altra è con la parolina Noni.
Tutto questo viene spiegato in questa breve dispensa grazie all’ausilio di esempi esplicativi e chiare spiegazioni.
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