身に覚えのないことだ
Mi ni oboe no nai koto da
Non ho fatto una cosa del genere
Anche se è già abbastanza spiacevole trovarsi al centro di chiacchiere da gossip o di critiche senza alcun fondamento, ancor più pericoloso è lasciare che tali chiacchiere e pettegolezzi continuino ad avere un loro seguito, perché spesso finiscono per creare seri fraintendimenti, se non addirittura danneggiare del tutto la credibilità di una persona.
E’ consigliato perciò di negare e confutare pubblicamente ogni critica infondata per meglio difendere esplicitamente l’integrità di una persona e mettere a tacere le malelingue.
Questa frase (sopracitata) è usata per negare ogni accusa o biasimo che chi parla è abbastanza certo, basato ovviamente su una chiara visione della situazione, di non aver affatto commesso. Prendiamo in considerazione questo breve dialogo come esempio:
彼女を泣かせたのは君じゃないのか
Kanojo wo nakaseta no wa kimi janai no ka?
Sei stato tu che l’hai fatta piangere?何という。身に覚えのないことだ
Nani to iu. Mi ni oboe no nai koto da
Ma di cosa parli? Io non ho fatto niente del genere
Nel dialogo vediamo come la persona accusata non solo non ha fatto niente di sbagliato ma è oltremodo sorpresa di essere oggetto di biasimo. Un’espressione simile è anche:
根も葉もないことだ
Ne mo ha mo nai koto da
Non c’è nulla di vero in questo
Qui l’enfasi ricade sul fatto che l’accusa non ha proprio alcun fondamento (letteralmente la frase vuol dire “questa cosa non ha ne radici ne foglie”); è un’espressione che è frequentemente impiegata quando mettere a tacere chiacchiere e pettegolezzi infamanti.
Negare semplicemente un’accusa però non sempre basta a metterle a tacere o a eliminare la sfiducia e la brutta reputazione ormai accumulata. Forse il caso più ovvio è quello dei politici le cui continue smentite di continue accuse (spesso di corruzione), si tende a considerare come macchinazioni usate a proprio vantaggio.
Qualcuno però la cui integrità è messa in dubbio sin dall’inizio ha una piccola speranza di confutare un’accusa semplicemente insistendo sulla propria onestà così che ogni attacco alla propria virtù e innocenza tendano poco a poco ad essere ignorate. La frase giusta per descrivere un caso del genere è:
身から出た錆
Mi kara deta sabi
Come loro seminano, allora raccoglieranno
A volte però il problema non è tanto cosa è stato detto piuttosto chi lo sta dicendo. Ed ecco qui che “entra in scena” qualcosa che abbatterà ogni ficcanaso indiscreto che osa fare contro di voi assurde accuse e insinuazioni:
あなたにそんなことを言わせる筋合いはない
Anata ni sonna koto wo iwareru sujiai wa nai
Non hai alcun diritto o permesso di parlarmi in questo modo
Con questa risposto a tono, implicate che se l’accusa sia vera o no è un problema che non volete nemmeno stare a discutere. Il messaggio chiaro che invece volete dare è che l’altro ha messo il naso in affari che non lo riguardano e farebbe meglio a farsi gli affari propri.
La parola “Anata” (tu), usata in questa frase al posto del nome proprio dell’altra persona è impiegata di proposito proprio con il tono di un insulto; sotto normali circostanze invece, chi parla avrebbe usato, più cortesemente il nome dell’altra persona o il suo titolo.
C’è sempre un certo “rischio” nell’usare il termine “anata”: il suo uso infatti può in alcune occasioni apparire come rude, per questa ragione è coscienziosamente evitato da persone che si rivolgono a superiori o a persone più grandi di età.
Tratto da libro A Handbook of Common Japanese Phrases
Traduzione: Sakura Miko
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