I cinesi preparano e offrono cibo come se fosse una celebrazione di ringraziamento senza fine e si approcciano all’arte della preparazione di un pasto e al suo consumarlo con un incredibile gusto e piacere.
I giapponesi invece, dall’altro lato hanno tradizionalmente reagito al cibo e alla sua consumazione in un modo totalmente diverso; generalmente parlando ci sono quattro tradizioni culinarie diverse in Giappone.
La prima tradizione culinaria è quella originale sviluppata da contadini e pescatori e consiste principalmente in verdure, riso e pesce preparato semplicemente a casa e servito senza alcuna particolare cerimonia.
La seconda tradizione, sviluppata dai monaci buddhisti, consiste principalmente in piatti vegetariani accuratamente preparati e serviti in piccole porzioni così da rimanere in linea con la riservata natura dell’ordine religioso; questa dieta infatti è servita non solo ai monaci buddhisti ma anche agli ospiti dei templi.
La terza tradizione culinaria è conosciuta con il nome Kaiseki, ed è quella sviluppata dai Maestri del Tè in offerta ad un ospite prima del famoso Cerimoniale del Tè. La cucina Kaiseki consiste in mini porzioni di verdure e pesce, spesso bollito o essiccato. Al giorno d’oggi ci sono molti ristoranti specializzati in entrambe le tradizioni culinarie, sia quella buddhista che il kaiseki.
La più interessante tradizione culinaria giapponese rimane però la quarta. Questa tradizione è stata sviluppata attraverso i secoli in nome dell’ospitalità e dell’accoglienza; molti dei piatti di questa “corrente culinaria” sono nati nelle cucine delle prime corti imperiali e shogunati ed è proprio la cucina che risulta essere più familiare ai non giapponesi: si tratta infatti di piatti come il sashismi, sushi, udon, soba, yakitori, kushiage, oden, unagi o oyako-domburi per citarne qualcuno.
Al contrario dei cinesi che amano offrire una larga varietà di piatti, con grandi porzioni anche, in ristoranti con atmosfere più “chiassose” e animate, l’essenza del cibo giapponese si riduce a piccole porzioni, curate artisticamente nella presentazione e servite su servizi di porcellana e lacche che si distinguono per la loro finezza e bellezza.
I modi di comportamento al tavolo di un raffinato ed elegante ristorante giapponese, ben diverso dalle sale banchetti o cene in luoghi termali, sono più contenuti e stilizzati, esattamente come il cibo che viene servito: c’è una precisa etichetta per sedersi, per servire ed essere serviti e per mangiare anche. Le due parole in codice in questo contesto sono sicuramente Itadakimasu e Gochisousama. che sono una parte molto importante dell’etichetta giapponese a tavola.
Itadakimasu, detto prima di iniziare a mangiare, letteralmente significa “ricevere” o “accettare”, ma in questo contesto è ormai divenuto un rito dai connotati quasi spirituali, intesa proprio come una preghiera prima del pasto.
Gochisousama, che ha il significato di “grazie per il cibo”, viene invece detta alla fine di un pasto quando si lascia o si sta per lasciare la tavola, rivolto a chi ha preparato il piatto, sia che ci si trovi al ristorante sia che ci si trovi a casa di qualcuno come ospiti.
L’uso di Gochisousama è stato per generazioni e generazioni considerato come sacro ed è espresso come se fosse un rituale insieme a Itadakimasu. Anche se questi termini sono entrambi stati usati obbligatoriamente in situazioni formali per generazioni e sono ancora oggi universalmente usati in Giappone, vengono impiegati anche in momenti informali e colloquiali perché sinonimo di buone maniere ed educazione.
Che la situazione sia dunque formale o informale, queste due parole sono piene di significato per un giapponese e il mancato uso di tale rituale prima e dopo il pasto viene considerato da un giapponese come atteggiamento irrispettoso, maleducato o arrogante.
I giapponesi quindi sono particolarmente felici e apprezzano molto quando i non giapponesi usano queste espressioni, perché usare queste due parole così significative e importanti culturalmente dimostra come lo straniero abbia piena consapevolezza e rispetto per la loro cultura e si premura anche di dimostrarlo.
Libri consigliati sulla cucina giapponese:
- Il Giappone in cucina. Ricette facili da realizzare in Italia di Kyoko Asada
- La cucina giapponese. Piatti raffinati tra tradizione e innovazione
- Sushi sashimi. L’arte della cucina Giapponese di Kuroda Keisuke e Rosalba Gioffrè
- Sushi. Gusto e benessere di Hirotsugu Aisu, Sara Roversi, e Domenico Tiso
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