Una delle sfaccettature più affascinanti della lingua giapponese è la grande varietà di prefissi che servono ad intensificare e a dare maggiore enfasi ad espressioni che da sole sarebbero neutre. Il più noto (anche se meno spettacolare) è il piccolo “Dai” (大), che si traduce di solito con “grande”.
Quando però qualcosa va davvero bene, per esempio molti usano dire “Dai-Seiko” (大 成功, grande successo) oppure in caso contrario usano “Dai-Shippai” (大 失败, grande fallimento). Ovviamente ciò non vale solamente per parole Sino-giapponesi (o meglio quelle dove si usa la lettura On) ma anche per quelle native giapponesi. In tal caso, dunque si usa la lettura Kun che è “oo”.
Alcuni esempi dove 大 usa la lettura kun sono ad esempio O-Yorokobi (大 喜び, grande gioia), O-Machigai (大 間違い, grosso errore) e O-sawagi (大騒ぎ, grande confusione).
Eccezioni poi a questa regola sono però parole come O-Soji (大扫除, grande pulizia di fine anno in casa) e O-Genka (大 喧哗, grande litigio), dove nonostante la parola principale sia di origine cinese, il prefisso continua a leggersi “oo” (secondo lettura Kun) piuttosto che “Dai” (secondo lettura On). Ovviamente poi altre combinazioni possibili sono i famosi Dai-Suki (大好き, amore) e Dai-kirai (大嫌い, odio).
Se qualcosa però è ancora più che grande allora si usa il suffisso superlativo “Sai”(最) per esprimere tale enfasi. Di conseguenza possiamo avere parole come ad esempio Sai-Koukyuu (最 高级, classe più alta, alto rango) o Sai-kai (最 下 位, rango più basso). Nel linguaggio informale poi, il prefisso spesso si può trovare in espressioni come Sai-Ko (最高, il meglio), Sai-Tei (最低, scandaloso), e Sai-Aku (最 悪, la cosa peggiore che potrebbe accadere).
Se questo ancora non vi sembra sufficientemente enfatico, sappiate che si può sempre contare su un’altra parolina, “Cho”(超). Il suo corrispondente occidentale è proprio il nostro “Super” e viene parecchio usato in parole ormai di uso moderno come Cho-Onpa (超音波, supersonico) o Cho-Kōsoku (超 光速, superluminale o meglio “più veloce della luce”).
Anche se non proprio così presente in giapponese, il prefisso Cho può essere attaccato quasi a tutto, da Cho-Ninki (超人 気, super popolare) a Cho-Kawaii (超 可愛い, super carina) a Cho-Mukatsuku (超 むかつく, essere super irritato) o ancora Cho-Arienai (超 ありえ ない, da impazzire, da non credere).
Chiaramente è un suffisso che si rivela parecchio utile quando si aggiunge a parole già di per sè superlative come quelle citate prima ed ottenere un ulteriore enfasi al superlativo già pieno di enfasi: Cho-Sai-ko (超 最高), se qualcuno è “meglio del meglio”, oppure Cho-Sai-tei (超 最低) se al contrario è “peggio del peggio”. Mentre Cho si accoppia praticamente quasi con tutto, esistono altri prefissi il cui uso è invece ristretto a poche e specifiche parole.
Quando ad esempio siamo di fronte ad una sorta di “eccesso” in qualcosa allora si è soliti usare l’intensificatore “Ka” (过) come ad esempio Ka-Howa (过 饱和, sovrasaturazione), o Ka-Hogo (过 保护, iperprotezione) o ancora Ka-Hosho (过 补偿, sovracompensazione).
In altri casi, si usa il prefisso “Mo” (猛) che viene usato per ottenere un risultato simile. Come esempio abbiamo Mo-Supīdo (guidare ad una velocità folle), Mo-benkyō (猛 勉强, studio come un matto) o Mo-Hantai (猛 反 対, essere fermamente convinti e decisi) o ancora Mo-Sho (猛 暑, caldo torrido, un caldo incredibile).
Altri “intensificatori” che poi vanno a creare altre parole, comunque sia di numero limitato, sono Goku (极) e Geki (激). Il primo, Goku, lo possiamo trovare in Goku-Futsu (极 普通, sarebbe come dire “straordinariamente straordinario”), in Goku-Usu (极薄, ultra sottile) oppure Goku-Uma (极 旨, mega-super-ultra-gustosissima).
Il secondo invece, Geki, viene più visto in due termini: Geki-Yasu (激 安, super economico) e Geki-Kara (激 辛, extra piccante), di solito accompagnati da un punto esclamativo per dare ulteriore enfasi.
Ancora un’altro intensificatore è “Ma” (真). Si traduce letteralmente con “veramente” e tende ad unirsi con espressioni che indicano tempo o spazio come ad esempio Massugu (真っ直ぐ, dritto, in avanti), Mannaka (真ん中, proprio nel mezzo), Ma-Gyaku (真 逆, esattamente il contrario), Mappiruma (真っ昼間, in pieno giorno) e Ma-Yonaka (真 夜 中, nel cuore della notte).
Anche qui possiamo avere un ulteriore “miglioramento” o resa più enfatica aggiungendo a questi termini anche il prefisso “Do” (ど o ド). Ad esempio, quando qualcosa è proprio nel momento del suo verificarsi, proprio nel suo centro, nel cuore dell’evento allora abbiamo Do-Mannaka (ど真ん中).
Altri possibili combinazioni con Do sono ad esempio Do-Inaka (ど 田舎, iper rurale), Do-Konjo (ど根性, per avere più coraggio, un sacco di coraggio, avere fegato), Do-Hakuryoku (ド 迫力, super potente).
Un ultimo “intensificatore”, davvero di grande intensità ed enfasi che bisogna assolutamente non dimenticare è proprio “Baka”. Come sappiamo il termine significa “stupido, sciocco, idiota”. Il suo lato “enfatizzato” viene spesso usato in accezione negativa in parole ad esempio come Baka-Takai (バカ 高い) quando si considera una cosa costosa in modo del tutto assurdo; al contrario si può usare Baka-Yasui バカ 安い se si vuole indicare qualcosa di incredibilmente economico, in modo assurdo.
Altri due esempi con Baka sono Baka-Majime (バカ 真面目, eccessivamente grave, serio) e Baka-Shōjiki (バカ 正直, onesto in modo quasi assurdo). Il lato enfatico di Baka si può usare anche come aggettivo: Bakabakashii (assurdo, senza senso).
Detto questo, se ora trovate questo articolo “superlativamente” inutile e totalmente “superidiota” allora vi suggerisco di usare proprio la parola: Baka-bakabakashii バカ ばかばかしい!
Articolo scritto da Peter Backhaus per il Japan Time
Traduzione: Sakura Miko
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