Quando ai giapponesi viene chiesto di spiegare perché e come un piccolo paese come il Giappone è stato capace di diventare una potenza economica di livello mondiale in meno di 30 anni loro hanno una lista di risposte già pronte da darvi.
Molte di queste risposte hanno a che fare con la mentalità e le abitudini che hanno da sempre distinto loro da altri popoli; in pratica si tratta della loro fissazione con la forma, l’ordine e l’etichetta, la loro tendenza a creare gruppo e a rimanerne leali e tra altre cose anche la loro straordinaria diligenza nello svolgere qualsiasi lavoro.
I giapponesi attribuiscono queste loro qualità a quel sottile miscuglio di Shintoismo, Confucianesimo e Buddhismo Zen e ad una varietà di altri “ingredienti” di cui non vi è nota l’origine. Una caratteristica, di cui è difficile conoscerne la reale origine, è sempre stata la loro volontà (o quasi ossessione) di adottare costumi e tecnologie di altri paesi, senza portare alcun cambiamento alla loro propria cultura.
Parecchie sono state le volte, nella storia del Giappone (la più recente negli anni ’50) determinate da vari tentativi da parte dei leader giapponesi di sostituire molto della loro tradizionale cultura con modelli di comportamento stranieri. Questi movimenti degli anni ’50 che si sono particolarmente distinti soprattutto nel mondo del lavoro e degli affari, non sono durati molto, anzi sono drammaticamente tutti falliti. Nessun movimento infatti è mai andato avanti in modo realmente significativo e molto spesso i giapponesi sono finiti per riaffermare, e rafforzare anche, il loro tradizionale stile di comportamento.
Con questo non voglio dire che i giapponesi non siano cambiati da quando si sono aperti al mondo esterno verso la metà del 1800; ci sono stati grandi cambiamenti nel loro stile di vita così come anche nelle loro credenze. Nonostante questi cambiamenti però, nel loro intimo, il loro “essere giapponesi” continua a rimanere intatto, grazie in larga parte proprio a quel fattore che loro chiamano “Ii toko Dori”, che letteralmente significa “Prendere solo il buono”.
Il giapponese spiega questo fattore come una loro capacità di saper selezionare e scegliere solo il meglio di ogni cultura o civilizzazione straniera e di saper trasformare poi qualsiasi cosa loro prendano in prestito da altre culture, dandogli un’essenza puramente giapponese e facendola diventare del tutto compatibile con la loro tradizionale cultura.
I giapponesi tendono a considerare loro stessi come abili nel saper prendere in prestito solo ciò che non “turba” o mette a dura prova alcun aspetto della loro cultura; valori e ideologie straniere sono, per esempio, respinte, e qualsiasi sia ciò che viene accettato e adottato diviene immediatamente “giapponese”.
Questa però non è da considerarsi proprio un’abilità. Il fatto di avere poca se non nessuna conoscenza dei valori culturali stranieri associati ai prodotti, alle tecnologie, alle idee o alle abitudini e usanze che loro importano, fa sì che ciò che importano, libero da ogni valore associato, diventi facilmente qualcosa che può essere “giapponesizzato”.
Ecco perché i giapponesi giocano al baseball americano secondo le regole giapponesi, ed ecco perché come una compagnia puramente americana come sappiamo essere il McDonald’s viene chiamata in giapponese Makudonarudo lasciando che molti giovani giapponesi credano che sia gli hamburger che il McDonald’s siano stati inventati in Giappone.
E’ anche questa la ragione per cui molti stranieri trovano a volte difficile e frustrante negoziare e fare affari con i giapponesi; il popolo del Sol Levante può infatti usare anche tecnologie e terminologie occidentali e sfoggiare la lingua inglese o qualsiasi altra lingua per comunicare con la controparte straniera, ma quasi sempre continuano a rimanere focalizzati su quello che è il loro proprio “schema culturale”.
I visitatori che vanno in Giappone che non riescono a vedere al di là di questa facciata di “occidentalismo”, automaticamente pensano che quello che loro vedono riflette il razionalismo e il sistema di valori dell’Occidente. Questo però è in realtà un’idea sbagliata che il visitatore si fa finendo per fraintendere l’atteggiamento giapponese, che finisce però per trarne beneficio.
Curioso però come negli anni ’80 avvenne un capovolgimento della situazione e gli Stati Uniti e alcuni membri dei paesi europei e asiatici iniziarono ad adottare la pratica giapponese del “Ii toko Dori” importando e adottando i processi di amministrazione e gestione e di manifattura giapponesi adottandoli alle proprie esigenze.
Questo comportamento colse di sorpresa i giapponesi che, per contro, hanno sempre predicato la superiorità dei loro modi affermando che sia Americani che Europei avrebbero dovuto imparare da loro. In realtà non riuscivano loro stessi a credere che sarebbe accaduto.
*** Se trovi gli articoli, le traduzioni e le recensioni di questo sito utili, per favore sostienilo con una donazione. Grazie! ***