Uno dei maggiori eventi avvenuti nella guerra civile del XVI secolo in Giappone, che si focalizza sul Gunshi Kanbei, narrato dal drama notturno trasmesso la domenica notte dalla NHK, vede come protagonista il falso, ipocrita condottiero Akechi Mitsuhide.
Probabilmente mosso dalla gelosia e dall’invidia, Mitsuhide tradì il suo signore e alleato, Oda Nobunaga con un colpo di stato al tempio Honnoji a Kyoto il 21 giugno 1582 (secondo il calendario occidentale). Oda aveva 48 anni quando morì in battaglia, anche se si crede scelse il suicidio piuttosto che subire il disonore della sconfitta.
Mitsuhide successivamente alla morte di Oda, si autoproclamò Shougun (comandante militare), posizione che riuscì a tenere solo per meno di due settimane, sino al momento in cui anche lui cadde in battaglia per mano di un altro condottiero: Toyotomi Hideyoshi.
La rapida ascesa di Mitsuhide e l’altrettanto veloce caduta, diede vita ad un celebre aforisma formato da 4 kanji: 三 日 天下 Mikka Tenka, che letteralmente significa “tre giorni sotto il cielo” in riferimento ad un regno o a un momento di gloria di breve durata.
Ad ogni modo, tutto questo per sapere che il racconto della morte di Oda è spesso indicata con l’espressione 本 能 寺 の 変 Honnoji no hen, (l’incidente al Tempio Honnoji). La parola Hen però non va confusa con l’Hen indicato dal kanji 辺 che invece significa “qui, in quest’area, nelle vicinanze, nei dintorni…”, bensì va invece inteso come l‘Hen che troviamo nella parola 事 変 Jihen e che significa “incidente, disastro, emergenza, insurrezione…”.
Va comunque notato che Jihen è generalmente considerato come un evento di una portata ben maggiore rispetto a 事 件 Jiken che indica invece solo “evento, affare, avvenimento, caso penale, scandalo”.
Il significato di base della parola Hen presente in Jihen è “cambiamento” ma la parola ormai è usata nel linguaggio giapponese in tutta una serie di sfumature e varianti diverse.
Ho incontrato queste varianti di Hen mentre studiavo la letteratura giapponese: appare infatti nel titolo del celebre romanzo 地 獄 変 Jigoku-hen di Akutagawa Ryunosuke, serializzato in un giornale di Osaka nel 1918. La parola Hen presente in “jigoku-hen“ è in realtà l’abbreviazione di 変 相 図 Hensou-zu, un’immagine pittorica tratta dalla mitologia buddhista.
Nel parlato di tutti i giorni, ad ogni modo, esiste anche la parola 大 変 Taihen che è di grandissimo uso e significa letteralmente “grande cambiamento”. Usato per dare enfasi, il termine “taihen” può essere usato in diverse situazioni e con sfumature diverse. Uno ad esempio potrebbe dire こ れ は 大 変 だ! Kore wa taihen da! (Questa è una catastrofe!).
Negli episodi di “Zenigata Heiji“, una fiction di lunga durata ambientato in epoca pre-moderna, il termine veniva usato dal maldestro personaggio Garapachi che sul set inciampava ed esclamava: 親分、てえへんだ Oyabun, teehen da! (teehen è una versione dialettale di taihen) come per dire “Hey capo! abbiamo un problema!).
Altra curiosità è che basta invertire i kanji e la loro pronuncia per passare da Tai-hen a Hen-tai ed ottenere così la parola “pervertito”. Ma se proviamo a togliere “tai”, allora “hen”, da solo, cambia significato e si riferisce a qualcosa di anormale e assurdo, come ad esempio 彼 は 頭 が 変 だ Kare wa atama ga hen da (lui non è normale di mente, non è sano di mente). Oppure ancora si può usare per dire 変 に 思 う Hen ni omou (pensare in modo strano).
Ci sono poi altre espressioni simili come こ れ は ち ょ っ と 変 Kore wa chotto hen (c’è qualcosa di strano in questo) oppure ど こ か 変 で す ね Dokoka hen desu ne (c’è qualcosa di divertente, strano, buffo da qualche parte).
Altri usi colloquiali poi includerebbero le espressioni 彼 は 変 な 男 Kare wa henne otoko (è un tipo strano). Hen è poi spesso intercambiabile con la sua lettura Kun (vale a dire la lettura nativa giapponese di un kanji) che sarebbe 変わ る Kawaru così da poter usare anche il kanji in forma verbale: 彼 は 変 わ った 男 Kare wa kawatta otoko (è un tipo strano).
Nel 1998, quando i tre membri anziani della Dieta (Junichiro Koizumi, Seiroku Kajiyama e Keizo Obuchi) gareggiarono per far eleggere Ryutaro Hashimoto come presidente del 自 民 党 Jimintou (Partito Liberal Democratico), sono stati scherzosamente indicati rispettivamente come 変 人 Henjin (lo strano), 軍 人 Gunjin (il soldato) e il 凡人 Bonjin (il mediocre).
Intorno alla fine del 1990, こ れ は 変 だ よ Kore wa hen da yo (questo non ha senso), è diventata una frase molto popolare. Il personaggio televisivo “Beat” Takeshi ha anche prodotto un programma televisivo settimanale dal 1998 al 2002 su TBS dal titolo こ こ が ヘ ン だ よ 日 本 人 Koko ga hen da yo, Nihonjin! (Giapponesi! Ma questo non ha senso!) caratterizzato da un cast di stranieri provenienti da varie nazioni, sia lontane che vicine. […]
Quando uno straniero diventa estremamente abile nella lingua giapponese o riesce ad acquisire competenze particolari in qualche aspetto del Giappone, allora è facile che vengano scherzosamente indicati come 変 な 外 人 Gaijin henne (stranieri strani). Questo termine, nel bene o nel male, è ormai caduto in disuso per questione di correttezza.
Ma veniamo ora ad un altro termine: 豹 変 Hyouhen (letteralmente “cambiamento di leopardo”); viene usato per riferirsi ad un completo voltafaccia in relazione ad una posizione o opionione. C’è un passo della Bibbia (Jeremiah 13:23) che riporta una retorica domanda che similmente richiama al significato letterale e che dice: “Può un Etiope cambiare la sua pelle o un leopardo le sue macchie?”
L’uso asiatico però di questa espressione è molto più antica ancora, vecchia forse di due millenni, infatti appare già nel libro 易 経 I Ching – Il libro dei mutamenti, l’antica opera cinese della divinazione, come anche nel testo 君子豹変、小人革面 Kunshi Hyouhen, Shoujin Kakumen (uomini saggi cambiano rapidamente, piccoli uomini cambiano solo in superficie).
E’ interessante però pensare che gente di tanto tempo fa, in terre così lontane, abbiano fatto un associazione simile tra “cambiamento” e “leopardi”?
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