Nel 2010 è stata accolta a Romics e a Collisioni a Novello come una star da uno stuolo di appassionati e appassionate adoranti, sul Web si sprecano i siti su di lei e le sue opere, ma solo di recente ha avuto il primo libro a lei dedicato, per la casa editrice Iacobelli: Riyoko Ikeda, classe 1947, autrice di Lady Oscar e di tante altre opere, è ancora oggi una delle più popolari autrici di manga, per molti la regina per eccellenza degli shōjo.
Una carriera, la sua, iniziata all’inizio degli anni Settanta, quando, dopo aver accantonato il sogno di diventare cantante lirica (ripreso poi in età matura) e non essendo intenzionata a diventare una professoressa di filosofia, Riyoko Ikeda cominciò a disegnare shōjo manga, seguendo le orme di Osamu Tezuka, il papà dei fumetti giapponesi moderni, creando ed innovando il filone forse più interessante delle nuvole parlanti made in Japan.
Le sue prime opere sono cronache scolastiche, genere a cui tornerà in maniera più adulta nel 1975 con Oniisama e…, ma non mancano ogni tanto tematiche più adulte, come l’esplosione atomica ad Hiroshima o l’ambiguità sessuale in Sakura Miyako, poi argomento portante di diversi altri manga. Una delle grandi passioni di Riyoko Ikeda è la Storia europea; vista in un’ottica al femminile se non femminista, l’autrice è sempre rimasta affascinata dalla biografia romanzata di Stefan Zweig su Maria Antonietta alla base degli studi moderni sull’ultima regina di Francia, per questo motivo quindi propone agli editori del contenitore di manga Margaret Comics, con cui collabora con le sue opere, una storia ambientata nella Francia prerivoluzionaria.
Gli editori inizialmente storcono il naso e accettano a fatica l’idea, legati ancora ad una visione infantile degli shojo, ma poi accettano: l’inizio di Versailles no Bara, che racconta l’infanzia di Maria Antonietta come una fiaba, simile a come era stata trattata la giovinezza di Sissi nei film omonimi con Romy Schneider, poteva accontentare i gusti conservatori degli editori della Ikeda, che non a caso complica la vicenda man mano che va avanti, introducendo il personaggio di Oscar e rendendo la vicenda da favola a feuilleton tra amore e morte, destino e Storia, fino alla conclusione tragica.
Versailles no Bara rivoluziona lo shōjo manga, e non solo perché contiene la prima scena d’amore esplicita con i protagonisti a letto o perché sconvolge una generazione di ragazzine e ragazze con la sua conclusione, ma soprattutto perché mostra cosa può in realtà raccontare questo, finora considerato, sottogenere del fumetto rivolto al pubblico femminile: parla infatti di Storia, amore, ambiguità sessuale, tutte tematiche poi riprese da tante altre autrici negli oltre trent’anni successivi, fino ad oggi.
Versailles no Bara diventa anche uno spettacolo di grande successo per il Takarazuka, il corpo di teatro formato solo da donne che mette in scena musical tra Occidente ed Oriente, replicato a più riprese negli anni Settanta e poi ripreso con un altro cast negli anni Novanta, viene trasposto in un film del regista Jacques Demy che gli regala il titolo con cui è conosciuto in Occidente, Lady Oscar, e poi in animazione, nel 1979, non ottenendo però in Giappone il successo sperato. Versailles no Bara anime diventerà popolarissimo solo nel 1986, dopo che i due disegnatori della serie, Shingo Araki e Michi Himeno, hanno realizzato il cult I cavalieri dello zodiaco.
A tutt’oggi Versailles no Bara è il manga per antonomasia di Riyoko Ikeda, alla base di art book, linee di gadget di lusso (compresi prodotti di bellezza e bottiglie di vino) e richiami continui, tuttavia l’autrice ha legato il suo nome ad altre opere interessanti. Nel 1975 Riyoko Ikeda ha infatti realizzato l’altra sua opera di successo, Oniisama e…, conosciuto in italiano come Caro fratello, cronaca scolastica del mondo esclusivo e spesso crudele del liceo femminile Seiran, raccontata attraverso gli occhi dell’ingenua Nanako Misono, che si confronta con le tre studentesse più affascinanti e tormentate: la tenebrosa Rei Asaka detta Saint Just (identica a Oscar), la forte con fragilità nascoste Kaoru (molto simile ad André) e l’algida Fukiko Ichinomiya soprannominata Lady Miya (clone di Maria Antonietta). Trasposto in animazione nel 1991, Caro fratello contiene tematiche come l’omosessualità, bullismo e nuove forme di famiglie, rappresentando un viaggio nell’animo femminile e nei miti delle ragazze che negli anni Settanta si sono appassionate alle opere di Riyoko Ikeda e al Takarazuka.
Un’altra opera di successo della Ikeda, non benedetta dalla trasposizione animata, è Orpheus no Mado, pubblicata tra 1975 e 1981, tradotta anche in italiano come Orpheus, affresco dell’Europa all’inizio del Novecento con la rivoluzione bolscevica sullo sfondo, con di nuovo il tema dell’ambiguità sessuale al femminile e con toni, se possibile, ancora più tragici di quelli di Versailles no Bara.
A Versailles no Bara Riyoko Ikeda tornerà con alcune opere: nel 1984, con uno stile di disegno più adulto e realistico, racconterà delle storie fuori serie, dai toni gialli e gotici, nelle Versailles no Bara gaiden, in cui Oscar con André diventano una sorta di coppia di investigatori, in un’opera che ha deluso molti fan ma che ha diversi punti di interesse. Nel 1987 Riyoko Ikeda realizza invece il seguito ufficiale di Berubara, Eroica, incentrato sulla vita di Napoleone: compaiono solo tre personaggi di Oscar, il giornalista Bernard Chatelet, sua moglie Rosalie e il soldato della guardia Alain de Soissons, che però diventano presto di puro contorno per poi sparire, poiché questa nuova fatica dell’autrice è più una biografia storica che una storia di finzione romanzata, e il personaggio principale è Napoleone.
Riyoko Ikeda torna a parlare di storia in varie occasioni: nel 1982 con Jotei Ekaterina, racconta la biografia di Caterina di Russia basata sulla monumentale opera di Henry Troyat e nel 1999 con Elisabeth, narra la storia di Elisabetta I Tudor ispirata al film di Shekkar Kappur con Cate Blanchett. I manga continuano ad essere la sua occupazione favorita, anche se dal 2000 si mette a studiare canto lirico, per realizzare un suo antico sogno, e in parallelo scrive diversi saggi, di taglio sia storico che femminista.
In anni più recenti Riyoko Ikeda ha inserito nel suo curriculum l’adattamento in manga di alcuni romance a sfondo storico della scrittrice inglese Barbara Cartland, nonna d’acquisto di Lady Diana, un manga ispirato alla saga di Wagner sui Nibelunghi e Hara no Yuki (Neve di primavera) dall’omonimo romanzo di Yukio Mishima.
Nel 2008, prima mangaka della storia, ha ricevuto la Legion d’Onore dal governo francese, per il contributo dato alla conoscenza della cultura d’oltralpe nel mondo, del resto, quante persone si sono appassionate alla storia di Francia grazie a Lady Oscar, in Giappone? Ma non solo… Anche la Storia d’Italia le interessa, visto che nel 2010 a Romics ha manifestato interesse per la storia del nostro Risorgimento, nel quale non starebbe male una Oscar che combatte in abiti maschili al fianco di Mazzini e Garibaldi. Nell’attesa si continua a sognare sulle sue opere già uscite, di cui Lady Oscar ha il primato di manga tradotto più volte in italiano, dall’edizione infedele della Fabbri alla recente traduzione curatissima della D-Books.
Dossier scritto da Elena Romanello per SakuraMagazine
Se volete leggere i libri scritti dalla nostra amica Elena Romanello della collana “I Love Anime” allora vi consiglio:
- Candy Candy. «Eravamo tutte innamorate di Terence…»
- Capitan Harlock. Avventure ai confini dell’Universo
- Sailor Moon. La bella ragazza guerriera
- Il mito di Lady Oscar (Hinomaru)
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