Oggi 4 aprile ricorre un anniversario fondamentale per gli appassionati di manga ed anime e di cultura giapponese del nostro Paese: in questo giorno ricorrono infatti i trentacinque anni esatti dalla prima trasmissione sulle reti RAI di Goldrake, uno dei più celebri, emblematici e anche più discussi cartoni animati giapponesi, il capofila di un’invasione che è arrivata, sia pure con modalità diverse, fino al giorno d’oggi.
Molti degli otaku di oggi che magari si incontrano alle fiere del fumetto non erano nemmeno nati, mentre chi c’era allora è ormai decisamente adulto, senza contare che Goldrake (titolo originale Grendizer) era molto apprezzato anche da chi poi non ha continuato ad interessarsi del mondo dell’animazione made in Japan. Fu inoltre un grandissimo successo anche in Francia e nei Paesi arabi, mentre in Giappone, stranamente, non fu così popolare, lo ridiventò nel corso degli anni e delle repliche.
Ideato da Go Nagai all’interno dell’universo che comprendeva anche Mazinga Z e Il Grande Mazinga, trasmessi in Italia con un ordine diverso creando equivoci e malintesi a non finire, Goldrake rappresenta l’emblema dei robottoni giapponesi, giganteschi samurai d’acciaio che combattono contro nemici alieni o antichi, in storie che inaugurano un filone di fantascienza che racconta di battaglie in un futuro prossimo eroico come il passato e di eroi invincibili ma pieni di fragilità, dove si muore e si piange, non come capitava di solito nei cartoni animati televisivi, dove ci sono gioie ma anche tragedie e lotte.
Goldrake racconta la vicenda di Actarus (Daisuke), un ragazzo all’apparenza normale e mite, figlio adottivo dello stimato professor Procton, che in realtà è il principe della remota stella Fleed, distrutta dalle orde del crudele re Vega, che ora minaccia la Terra, partendo dal Giappone. Actarus può contare sul robot Goldrake per difendere la sua nuova patria, con cui è scappato da Fleed, e sull’aiuto di Alcor, in realtà il Koji presente nei due Mazinga, di Venusia (Hikaru) semplice ma indomita ragazza segretamente innamorata di lui e da un certo punto in poi sulla ritrovata sorella minore Maria.
Visto con gli occhi di oggi Goldrake funziona senz’altro come effetto nostalgia, perché le trame degli episodi, collegati tra di loro da un filo narrativo ma abbastanza staccati, possono sembrare abbastanza ripetitivi, sul modello situazione di stallo, arrivo dei nemici, attacco, combattimento. In realtà i contenuti non sono poi così scontati, visto che si parla di ecologia, dovere, diritti umani, razzismo, legami d’affetto, ambiente in pericolo, con sempre sullo sfondo la metafora della paura atomica.
Purtroppo, come altre serie televisive degli anni Settanta, Goldrake era penalizzato da una qualità altalenante tra i singoli episodi, con puntate decisamente mal realizzate, e altre molto ben curate, ad opera queste di un grande artista come il compianto Shingo Araki, che creò personaggi che rimasero nell’immaginario, come le due tragiche fidanzate di Actarus, Najda e Rubina, l’ecologista scienziata Shira e l’amico d’infanzia di Maria Cain, tutte pedine morte in una guerra irreale e fantastica ma terribilmente tragica e metaforica delle guerre reali.
Curioso notare come Goldrake sia l’unica serie di Go Nagai in cui i nemici, e anche gli amici, vengono dallo spazio e non appartengono ad antiche civiltà perdute e stirpi precedenti sulla linea evolutiva, come avviene nei due Mazinga, in Jeeg robot, in Space Robot e Jet Robot. Lo stesso Gaiking presenterà nemici alieni ma legati ad antiche civiltà terrestri, un’ipotesi che compare anche in Goldrake. Goldrake uscì in un momento di gran successo per il genere fantascientifico, con film come Incontri ravvicinati del terzo tipo e la trilogia di Guerre stellari, ripercorrendo il tema della minaccia che arriva dallo spazio come invasione aliena, un tema che oggi si sente un po’ meno nel genere fantascientifico, più impegnato a ricostruire distopie prossime future, se si escludono titoli come i serial The X-Files e Terra Nova.
Non si può parlare di Goldrake senza ricordare le polemiche che si scatenarono ad opera di associazioni di genitori e opinionisti contro la serie animata, che fu bollata di eccessiva violenza, ideologia fascista e di poter portare a comportamenti devianti come il terrorismo e la droga: cose che adesso fanno ridere, ma che allora furono dette e sostenute da più parti, con alcune lodevoli eccezioni, come Gianni Rodari e Oreste del Buono, e che portarono ad una progressiva scomparsa degli anime giapponesi di genere fantascientifico dalle reti televisive.
I fan però non hanno dimenticato Goldrake: la serie è uscita in parte in dvd, il doppiatore Romano Malaspina continua a ricevere ancora oggi lettere e telefonate di appassionati, sono usciti libri e fumetti in tema. Trentacinque anni sono un bel traguardo, per un personaggio e una serie animata che in molti allora vedevano come meramente commerciale e usa e getta.
Dossier scritto da Elena Romanello per SakuraMagazine
Se volete leggere i libri scritti dalla nostra amica Elena Romanello della collana“I Love Anime” allora vi consiglio:
- Candy Candy. «Eravamo tutte innamorate di Terence…»
- Capitan Harlock. Avventure ai confini dell’Universo
- Sailor Moon. La bella ragazza guerriera
- Il mito di Lady Oscar (Hinomaru)
Altri libri consigliati su Goldrake e altri robot a cura di Alessandro Montosi:
- Goldrake. Il primo robot non si scorda mai
- Jeeg Robot. Cuore & Acciaio
- Da Mazinga Z al Mazinkaiser: l’epopea di un guerriero robot!
- Ufo Robot Goldrake. Storia di un eroe nell’Italia degli anni ottanta
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