Il dialetto del Kansai, chiamato anche Kansai-ben, è in realtà un gruppo di dialetti parlati nella Regione Kinki o Regione Kansai. Anche se la regione Kinki ha variato le sue dimensioni e territori nel corso della storia, legalmente i territori che ne fanno parte sono: Prefetture di Hyougo, Nara, Shiga, Wakayama, Mie, Kyoto e Osaka; a queste si possono aggiungere anche se in maniera ufficiosa una parte di terra posta a sud di Nagoya e a nord di Okayama.
Questa regione comprende non solo Osaka, Kyoto e Nara ma anche Akashi, la penisona Ise e l’isola Awaji. Essendo una vasta area geografica è facile dunque incontrare stili di vita e storia differenti, tradizioni locali diverse e piccoli sub-dialetti con sfumature di lingua varie, che vengono poi inglobati nel termine unico di dialetto Kansai.
Il perchè del nome Kinki deriva dai due termini: 近 Kin vuol dire Prossimità, Vicinanza e 畿 Ki indicava la Capitale Imperiale, sicuramente in riferimento a Kyoto, l’antica capitale giapponese.
Kansai invece, termine utilizzato oggi come sinonimo di Kinki, veniva usato per riferirsi al “triangolo” formato da Osaka, Kyoto e Kobe che in breve diventava Kei-Han-Shin (l’abbreviazione deriva dal prendere il primo kanji di ogni nome di città comportando chiaramente un cambiamento anche nella lettura degli stessi).
Solitamente oggi, quando si parla di dialetto Kansai, si tende a pensarlo o associarlo al parlato della città di Osaka, probabilmente perchè quest’ultima è la città più estesa e grande dell’intera regione Kinki e il suo dialetto è facilmente distinguibile perchè più melodico e rigido in pronuncia rispetto magari al giapponese standard di Tokyo ad esempio.
Ma in realtà, come già detto prima, il dialetto Kansai raggruppa quelli che sono dei sub-dialetti di ogni città della regione: ad esempio c’è il dialetto di Osaka, che pur facendo parte del dialetto kansai, viene chiamato Osaka-ben per distinguerlo dal Kyoto-ben, altra sfumatura di dialetto Kansai tipica della città di Kyoto. A questo proposito, parlando in termini tecnici una distinzione veniva fatta anticamente per il dialetto di Kyoto e Osaka del periodo Edo, chiamato anche Dialetto Kamigata.
Appurato dunque che non si tratta di un unico dialetto ma di un gruppo di dialetti, ognuno appartenente a ciascuna città o zone diverse, è facile intuire che le variazioni di lingua cambiano da prefettura a prefettura (un pò come in Italia dove abbiamo una miriade di variazioni di accenti, toni, cadenze che variano da città a città e che poi caratterizzano intere regioni attraversando la nazione da Nord a Sud in una mescolanza di sfumature linguistiche tutte diverse). Ad ogni modo però si tratta di lievi sfumature di accento o tonalità di pronuncia che non incidono in modo pesante sulla “grammatica kansai”.
Come e quando nasce il dialetto Kansai?
Stabilire la nascita di un dialetto significa andare a scavare nei meandri della suo passato, scoprendo ere, influenze, epoche, conquiste, e tutto ciò che può aver contribuito a costruire la sua storia. Il dialetto Kansai non è da meno rispetto a qualsiasi altra lingua o dialetto: ha infatti più di mille anni di storia. Quando tutto il potere imperiale era concentrato in questa zona, con Nara per capitale prima e poi Kyoto, già esisteva una forma arcaica di dialetto Kansai che in realtà rappresentava all’epoca il giapponese standard per eccellenza.
Chi studia infatti il giapponese antico classico può notare come in realtà molti testi letterari siano stati scritti in dialetto Kansai antico. Grazie alla diffusione di tali testi e la vastità del territorio in cui il dialetto era praticato, si finì un pò per volta per influenzare tutta la nazione incluso la zona Edo, cioè quella dove oggi si parla il giapponese moderno di Tokyo (anticamente Edo era il nome per Tokyo).
Con la Restaurazione Meiji (1853-1868) e con il cambio di capitale da Kyoto a Edo (Tokyo) per volere dello shogunato Tokugawa, la regione del Kantou acquisì maggiore rilievo e importanza, lasciando che il dialetto Edo prendesse il posto di quello Kansai che a questo punto finì per diventare un dialetto locale non standard.
Con il trascorrere del tempo e con l’arrivo poi anche dell’epoca moderna inevitabili scelte prese in campo dell’educazione e dell’istruzione contribuirono a considerare ancora di più il dialetto Kansai “meno lingua standard” e più “caratteristica di una regione” mentre il parlato del Kantou come quello “ufficiale”.
Però non bisogna dimenticare che la zona Kansai è una regione che tutt’oggi rimane comunque vasta e dopo il Kantou è la seconda regione urbana più popolata del Giappone; possiamo dunque dire che anche se non più ufficiale rimane comunque una sfumatura di giapponese ampiamente parlata oggi, senza dimenticare il glorioso passato letterario che ha avuto durante il periodo precedente all’era Meiji: ciò crea ancora oggi nei suoi abitanti una sorta di patriottico orgoglio con il quale continuano a preservare e a parlare il proprio dialetto, al punto che spesso si parla di rivalità nei confronti del linguaggio formale e “moderno” di Tokyo.
Il fatto che sia un dialetto e che abbia dunque tutta una sua storia e un suo passato (come ogni dialetto del resto) il parlato del Kansai spesso risulta essere tra le sfumature di giapponese più difficile da comprendere o imparare ma allo stesso tempo rimane tra le sfumature di giapponese più amate, specie dagli stranieri, visitatori e studenti che insieme al giapponese odierno tradizionale e quello classico dei nobili e dei poeti, restano affascinati anche dal dialetto tipico della Regione Kansai.
Alcuni libri sul Dialetto Kansai:
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