L’antica Edo e Shitamachi
Prima di Tokyo c’era Edo (letteralmente “Porta del Fiume”), così chiamata per la sua posizione alla foce del Sumida-gawa. Questo piccolo villaggio di contadini emerse dall’oscurità nel 1603, quando Tokugawa Ieyasu vi stabilì la sede del suo shogunato (governo militare). La nuova capitale si trasformò presto in una città vivace e già alla fine del XVIII secolo era la più grande del mondo, con una popolazione di un milione di abitanti.
La vita nella vecchia Edo
Sotto il dominio dei Tokugawa, vigeva una rigida gerarchia sociale. In cima c’erano i Daimyou (signori feudali) con i samurai al loro servizio. Seguivano i contadini (agricoltori e pescatori) e, al fondo della scala sociale, i chounin, la gente di città, compresi i mercanti e gli artigiani. La piana di Edo rispecchiava tali divisioni sociali: sull’altopiano a ovest del castello c’era la yamanote (letteralmente “la mano della montagna”), dove sorgevano le ville d’élite feudale. A est, lungo le rive del Sumida-gawa, i chounin vivevano in caseggiati di legno nelle zone densamente popolate della shitamachi (le zone basse di Edo).
La diffusione del benessere, tuttavia, non seguiva uno schema altrettanto netto; alcuni chounin accumularono enormi fortune e poterono condurre uno stile di vita in aperto contrasto con l’austerità imposta dallo shogunato. Erano loro a finanziare e a frequentare il teatro kabuki, i tornei di sumou e il quartiere di piacere di Yoshiwara, a nord di Asakusa.
Shitamachi oggi
Anche se le distinzioni di classe furono abolite, insieme con l’organizzazione feudale dello stato, nel XIX secolo, le antiche divisioni all’interno della città permangono. Le zone orientali dell’antica Shitamachi, come Asakusa, sono ancora oggi un groviglio di vicoli densamente popolati, con una prevalenza di edifici tradizionali, laboratori artigianali e negozietti. La parola shitamachi è tutt’ora usata per descrivere quei quartieri che meglio incarnano lo spirito della vecchia Edo. Le persone le cui famiglie vivono da più generazioni in tali zone si autodefiniscono edokko (“figli di Edo”). Sempre più spesso, anche chi per nascita proviene da altre parti subisce il fascino di questi quartieri, che offrono la vicinanza e il calore umano che mancano nelle zone più recenti della città.
Estratto tratto dalla guida: Pocket Tokyo della Lonely Planet
Altre guide della Lonely Planet:
Pocket Tokyo (Edizione 2016)
Giappone (2018)
Giappone (2016)
Tokyo – Incontri
Best of Japan (2017 – Inglese)
Best of Tokyo (2019 – Inglese)
Japanese Phrasebook & Dictionary (Inglese)
Discover Japan (2015 – Inglese)
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