Tokyo è immensa: si può camminare tutto il giorno senza riuscire a vederne la fine, si può guidare l’automobile per ore prima di uscire dai suoi confini e cominciare a godere del verde della campagna. Da cent’anni Tokyo continua ad estendersi a macchia d’olio, fagocitando città e villaggi circonvicini, e già fra essa e Yokohama non esiste più soluzione di continuità e non sembra lontano il giorno in cui le due città costituiranno un’unica, gigantesca megalopoli.
Attualmente Tokyo si compone di un nucleo centrale, corrispondente grosso modo alla vecchia Edo ed ai suoi sobborghi, e di una fascia esterna che comprende quattordici città satelliti, tre distretti e sette isole situate a sud della baia omonima. Il nucleo centrale, di 570 kmq di superficie, si suddivide in ventitré “ku” o quartieri, ciascuno col suo “centro”, rappresentato dai paraggi della principale stazione metropolitana – unico mezzo efficace di collegamento, che, a volersi trasferire da un quartiere all’altro in automobile, si rischia di perdere delle ore nel dedalo delle strade sempre affollate.
A prima vista i quartieri sembrano tutti uguali. Nella realtà quelli più antichi, nonostante distruzioni ed incendi, hanno conservato delle caratteristiche che li distinguono fra loro. Così Bunkyou-ku (Quartiere della Letteratura), una specie di Quartiere Latino, non può essere confuso con Shinju-ku (Quartiere del Nuovo Dormitorio), centro di affari e di divertimenti, così detto perché un tempo vi erano gli alloggiamenti per i soldati.
E Minato-ku (Quartiere del porto), zona piuttosto residenziale, è ben diverso da Sumida-ku (Quartiere del fiume omonimo), dove si trova la maggior concentrazione di fabbriche di Tokyo. Alcuni di questi quartieri sono delle vere e proprie città, con più abitanti di Firenze o di Venezia. Portano dei nomi derivati talvolta da quelli degli antichi sobborghi di Edo, come Shibuya-ku (Quartiere della Valle del Kaki) e si suddividono a loro volta in rioni, designati anch’essi con nomi tratti dalla toponomastica antica, ma che corrispondono alla realtà di adesso:
- Roppongi: I sei alberi, a questo sono stati da tempo abbattuti per far passare la linea del tram;
- Ocha-no-mizu: L’acqua dell’onorevole tè, ma il ruscello, donde attingeva una delle migliori acque di Edo, è divenuto adesso una lurida cloaca dove si riversano gli scoli di tutto il vicinato;
- Yoshi-wara: La piana della felicità, ora uno squallido sobborgo, mentre un tempo era il centro dei divertimenti, ritrovo delle più belle terre etere del Giappone.
Fonte: Estratto tratto dal libro Qui Tokyo (Grandi città del Mondo) – Touring Club Italiano
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