Questa è la storia dell’artista giapponese Tetsuya Kishida: Kishida, ha 89 anni, ed è conosciuto in Giappone oggi come artista di Kite Art, un’arte che consiste nel creare e decorare aquiloni: lo fa infatti da quando aveva sei anni.
E’ stato per diverso tempo un venditore per l’industria siderurgica e poi in seguito ha venduto anche bonsai. Alla fine dei suoi 40 anni, finalmente Kishida decide di dare una svolta alla sua vita lavorativa e di trasformare il suo hobby di dipingere aquiloni in una vera e propria professione. Il suo repertorio artistico si ispira alle immagini tipiche dello stile Musha-e, un sottogenere di ukiyo-e dove sono rappresentati scene di samurai e battaglie.
Kishida dipinge anche eroi giapponesi storici che vanno dal periodo Heian (794-1185) al periodo Edo (1603-1867), includendo tra i suoi soggetti anche alcune famose stelle del teatro Kabuki. Anche se la pittura Kite è la sua più grande passione però non è comunque al primo posto. Tempo permettendo ciò che l’artista ama fare di più è uscire insieme ai suoi amici e far volare insieme gli aquiloni, dipinti a mano.
Ecco qui una raccolta di alcuni suoi pensieri sulla vita, la sua vita e le sue passioni:
Stare sul prato e guardare un bell’aquilone volare nel cielo è sempre la migliore sensazione. Raramente trovo in altre cose lo stesso piacere che trovo nell’inseguire e guardare i miei aquiloni. E’ troppo bello. Realizzo aquiloni dipinti in stile Edo, cioè tipici aquiloni stabilizzati da 14 o 17 linee che sono connesse ai lati dell’immagine e posizionati a distanze regolari l’uno dall’altro. Con queste linee bilancio l’immagine dipinta così che la gente possa vederla bene anche quando l’aquilone è in volo. Sulla parte superiore, aggiungo un ulteriore pezzo di bambù che vibra per creare una sorta di suono che si sente non appena il vento lo muove. Questo è ciò che rende un aquilone Edo speciale e diverso dagli altri. In questo modo le persone anche se non lo vedono subito lo sentono, alzano lo sguardo su e dicono: “Ehi, guarda là!”
Gli aquiloni realizzati con pittura kite, sono anche un ottimo modo per studiare la storia. Sono infatti realizzati anche per i bambini con l’augurio che possano crescere forti e sani, ecco perchè dipingo sempre personaggi forti e carismatici: uno di questi è Momotaro, un eroe carino ma molto forte e potente nel folklore giapponese. La storia racconta di Momotaro come di un bambino, trovato dentro una pesca galleggiante lungo il fiume. Sull’aquilone però lo rappresento mentre coraggiosamente combatte i demoni aiutato dai suoi amici, un cane e una scimmia.
Gli aquiloni kite prendono vita nel cielo ed è così, nel cielo, che loro portano felicità a tutti coloro che li guardano; risvegliano quel bambino spensierato che c’è dentro ognuno di noi. Spesso mi viene chiesto di dipingere le immagini sulla tela così che la gente possa appenderli nella propria casa ma a me davvero non piace questa idea, preferisco l’aquilone perchè può danzare in aria ed essere visto da molti piuttosto che avere i miei disegni chiusi in una stanza.
Discutere o litigare? Non lo faccio mai. Ignoro semplicemente le cattive persone: non mi piace arrabbiarmi, la rabbia non porta mai risultati positivi. Quando il Giappone si arrese il 15 agosto del 1945, ero un pilota in una stazione aerea che ora si trova nella Corea del Nord. L’esercito sovietico era entrato nel nostro campo e il nostro comandante ci aveva ordinato di non combattere più perchè la guerra era finita. Così pacificamente siamo saliti a bordo della navi sovietiche pensando che saremmo potuti tornare in Giappone. Sembravamo delle sardine in quella nave ma eravamo contenti comunque. Quando la nave giunse a destinazione ci trovavamo a Nakhodka, una città russa vicino a Vladivostok. Immaginate che shock!
Da li siamo stati portati in Siberia: c’erano -45 gradi quando abbiamo messo piede a terra e abbiamo dovuto camminare per tre giorni per circa 100 Km per raggiungere il nostro campo. Molti giapponesi purtroppo non ce l’hanno fatta in quella lunga camminata. Per i due anni successivi sono stato in un gulag siberiano a lavorare in condizioni orribili. Ma mi sento fortunato comunque perchè sono sopravvissuto al contrario dei 600.000 prigionieri di guerra.
Godetevi la vita e non preoccupatevi se non siete come gli altri vogliono che siate o se non seguire le loro regole, tanto per quel che sono le regole, ciò che vale oggi, può non andar bene domani. Sono grato sempre a mia moglie ed è grazie alla sua premura nel prepararmi un bento che ci siamo conosciuti e sposati. I soldati, come me, del resto, non sapevano nulla di donne; difficile da credere ma è vero.
Siamo stati arruolati nell’esercito da adolescenti e siamo tornati a casa da uomini. Fortunatamente, ho incontrato una donna, che premurosamente mi ha preparato un bento un giorno e poi il giorno dopo e poi il giorno dopo ancora e così per molti altri giorni. In qualche modo abbiamo iniziato a parlare e ad uscire insieme. Non molto tempo dopo ci siamo sposati e il prossimo settembre sarà il nostro 60esimo anniversario di matrimonio. Mi sento davvero molto fortunato.
Fare un buon affare significa che qualcuno in realtà non sta facendo abbastanza soldi. Al fine di rendere gli aquiloni belli, è necessario del tempo e poche persone sonno disposte a spendere soldi pur accettando di aspettare e concedere all’artista il suo tempo. Tutti vogliono fare buoni affari e solitamente il buon affare per l’artista consiste nell’avere poco tempo. E’ facile rimanere in buona salute se si ha qualcuno da amare. Non riesco ad ammalarmi perchè sarebbe davvero dura per nostra figlia, sentirebbe il bisogno di prendersi cura di me e questo potrebbe causarle problemi.
Se non avessi i miei aquiloni da far volare, starei seduto a casa mia o in una casa di cure. Ma per fortuna il correre dietro ad un aquilone per 4 o 5 ore al giorno mantiene il corpo sano e forte. Il percorso è di 200 metri quindi ho bisogno di un bel pò di forza muscolare per tenerlo. Non ho voglia di camminare con un bastone o stare seduto su una sedia. Quando sarà la mia ora voglio che sia in un campo guardando il mio aquilone volare nel cielo.
Il progresso ha allontanato le antiche abitudini: quando ero bambino, la maggior parte delle persone coltivava bonsai e li posizionava fuori di fronte alle loro case. Ora che l’auto è diventata popolare, tutti nel proprio cortile mettono quella piuttosto che un giardino o una pianta.
Parola d’ordine: se il tempo è bello, uscire!! Per il mio 88esimo compleanno, i miei amici mi hanno regalato molti aquiloni, quindi ora devo far volare quelli insieme ai miei. Sono davvero un uomo occupato!
Articolo scritto da Judit Kawaguchi
Traduzione: Sakura Miko
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