Bishoujo senshi Seeraa Muun (美少女戦士セーラームーンPretty Guardian Sailor Moon) è probabilmente uno dei franchising più conosciuti al di fuori del Giappone, con manga, anime, film, drama, videogiochi, merchandise e uno status di icona popolare difficilmente superabile.
Tra il 1992 e il 1997 Takeuchi Naoko riuscì a creare una storia che risuonò con una grossa fetta di popolazione (non solo giapponese) che oggi si definisce queer: all’interno della sua opera, infatti, non sono presenti soltanto personaggi femminili interessati romanticamente ad altre donne, ma assistiamo a una vera e propria rivoluzione del concetto di identità di genere.
Tsukino Usagi (月野ウサギ, un gioco di parole per assonanza con “coniglio della luna”) è una ragazza di 14 anni, imbranata e frignona, innamorata di un ragazzo molto più grande di lei, Chiba Mamoru. Dopo aver salvato una gattina in pericolo, Usagi riceve da quest’ultima una spilla magica che, attivata con la formula Moon Prism Power, make up!, la trasforma in Sailor Moon, una combattente che veste alla marinara e la pone a guida di un gruppo di ragazze dotate di analoghi poteri che rappresentano i pianeti del sistema solare interno: Sailor Mercury, Sailor Mars, Sailor Jupiter e Sailor Venus.
La storia si divide in cinque capitoli: Dark Kingdom, Black Moon, Mugen, Yume e Stars. Nel corso della serie la protagonista e le sue compagne dovranno sconfiggere vari nemici che contribuiranno a dipanare la sottotrama della reincarnazione, attraverso la quale si scoprirà che Usagi è in realtà la principessa della Luca, Serenity. In ogni capitolo, inoltre vengono introdotti nuovi personaggi, come la piccola Chibiusa, figlia di Serenity e della reincarnazione lunare di Mamoru, o le guerriere sailor del sistema solare esterno (Sailor Uranus, Sailor Neptune, Sailor Saturn e Sailor Pluto), che a mano a mano si uniranno al gruppo guidato da Usagi.
All’epoca della messa in onda, in Giappone come altrove, la serie stregò un incredibile numero di bambine e di bambini grazie alle trasformazioni, al formato sentai (戦隊 “squadre di combattimento”) con un cast molto ampio di ragazze combattenti, e ai vari accessori di cui ognuna di esse era dotata. Ma un’altra fetta di pubblico si trovò accattivata principalmente dai temi yuri che aleggiavano nell’opera, oltre che dalla peculiare visione androgina di vari personaggi.
In Bishoujo senshi Seeraa Muun, il genere è solo un’altra sfaccettatura della personalità: basti pensare alla stessa Kino Makoto (Sailor Jupiter), un “maschiacchio” che mantiene comunque passioni considerate ancora “femminili” come fare le faccende, cucinare o leggere romanzi rosa, ma anche le Sailor Starlights, che fanno la loro comparsa nella parte finale della storia, le quali si presentano come uomini cisgenere ma ad ogni trasformazione diventano donne, o ancora i personaggi antagonisti di Zoisite e Fish Eye, che riprendono a piene mani l’interpretazione dell’onnagata del teatro Kabuki, mostrandosi come uomini dai tratti dolci e femminili ma interessati ad altri uomini, e spesso pratica cross-dressing per portare a termine i propri piani.
L’elemento yuri viene invece esplicitato dai personaggi di Tennou Haruka (Sailor Uranus) e Kaiou Michiru (Sailor Neptune), due donne adulte presentate già in una relazione romantica e chiaramente d’ispirazione Takarazuka, con la distinzione otokoyaku/musumeyaku. Se pur non esplicitamente, questa nuova visione di una coppia donna-donna fu all’epoca un trampolino di lancio per una nuova generazione di ragazze queer: si può essere felici senza doversi legare a un uomo ma, soprattutto, le due donne erano anche figure eroiche, creando uno spazio positivo per tutte le ragazze che si rispecchiavano nella loro relazione.
Fonte: tratto dal volume “Le sue labbra erano rosse, rosse come le fiamme…” di Camil Ristè ed edito dalla Società Editrice Edizioni
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