Molte scuole superiori in Giappone impongono spesso regole e norme sull’abbigliamento e sulla pettinatura ai propri studenti. Ma ci sono alcuni casi in cui sono proprio gli studenti e gli insegnanti stessi ad essere scettici riguardo a queste rigorose regole e alla loro applicazione.
I sostenitori affermano che tali regole sono necessarie per mantenere la disciplina ma ciò che sta veramente dietro a queste norme così ferree sono le preoccupazioni circa il comportamento trasandato e trascurato assunto dagli studenti e che può offuscare l’immagine pubblica di una scuola.
I regolamenti variano da scuola a scuola, alcuni sono più complessi e dettagliati rispetto ad altri, come ad esempio quali colori delle calze sono ammessi o qual è la lunghezza di una gonna che una studentessa può indossare (sino al ginocchio oppure più lunga); per quanto riguarda i capelli poi, alcuni vietano di tingerli o scolorirli o di farli mossi o ondulati.
“I regolamenti scolastici sono regole che noi, in quanto istituzione educativa, vogliamo che gli studenti rispettino”, ha detto un ex preside di una scuola superiore privata nella Prefettura di Fukuoka sottolineando che le scuole superiori sono un luogo di apprendimento per i ragazzi e non un posto dove giocare, e che senza regole ci sarebbe caos senza alcun tipo di disciplina; il comportamento degli studenti inoltre influisce sull’immagine pubblica della scuola.
“Anche se le scuole offrono un alto livello di attività, lezioni di lingua inglese e programmi sull’informazione e la tecnologia, ciò per cui saranno sempre elogiati maggiormente gli istituti sarà il modo in cui si comportano gli studenti” ha affermato l’ex preside. “Ecco perché le scuole danno peso a come i ragazzi si vestono e portano i capelli; questo alla fine sarà un bene anche per loro”.
Un altro insegnante con 30 anni di carriera in un istituto superiore sempre nella Prefettura di Fukuoka, concorda sul fatto che le regole siano un beneficio per gli studenti: “Quando molti studenti venivano a scuola vestiti in modo trasandato e trascurato poi non rendevano bene e questo dopo influiva malamente anche sulla loro entrata all’università o nel mondo del lavoro”
La Nishinippon Shinbun ha condotto un sondaggio a proposito delle regole sulla pettinatura dei capelli in 95 scuole superiori nella Prefettura di Fukuoka e il risultato è stato che molti hanno affermato che le regole sono state istituite proprio per non “influenzare negativamente” l’opportunità di uno studente di essere ammesso all’università o di trovare un lavoro.
Le regole variano a seconda della scuola: gli istituti con corsi tecnici, commerciali o di altro settore specifico in cui poi si tende a cercare lavoro subito dopo il diploma, tendono ad avere norme più rigide rispetto ad altri istituti in cui gli studenti invece mirano ad un livello di istruzione superiore, come l’università.
Alcune di queste regole includono anche norme sul colore delle scarpe o delle calze da indossare, l’acconciatura dei capelli, divieto di fumare o di stare vicino a fumatori. Una scuola superiore situata sempre nei pressi di Fukuoka, nota per i suoi alti punteggi accademici e prestigio, afferma invece di non avere alcun regolamento scolastico ma chiede comunque a tutti gli studenti di vestirsi bene e in modo appropriato:
“La scuola è un luogo dove molti ragazzi imparano a comportarsi, avere iniziative, agire ed essere responsabili delle proprie azioni”, ha detto uno degli insegnanti di questa scuola. “Dobbiamo assicurarci che gli studenti abbiano il senso delle norme sociali e della disciplina”, ha aggiunto un altro insegnante.
Un vicepreside di una scuola commerciale, dove spesso reclutatori di aziende vanno a cercare tra gli studenti potenziali lavoratori da assumere, afferma che ciò di cui devono assicurarsi nell’istituto è che gli studenti abbiano le capacità e abilità che i reclutatori cercano, così da aiutarli con facilità a trovare lavoro dopo il diploma. “Quando si scopre che uno studente ha cambiato colore ai capelli o che la sua acconciatura vìola le regole, la scuola si assicura subito che lui tinga nuovamente di nero”, ha affermato il vicepreside.
I regolamenti scolastici divennero più severi a partire dagli anni ’70, in un periodo in cui si credeva fossero in aumento i casi di violenza tra studenti. Dopo però alcune scuole hanno attenuato i loro regolamenti, abolendo ad esempio la regola che obbligava gli studenti maschi a portare la testa rasata; negli ultimi anni però molti sottolineano che le regole sono nuovamente diventate più restrittive e severe.
Un’insegnante, con 40 anni di carriera presso una scuola superiore che offre particolari corsi speciali, situata nella prefettura di Kagoshima, ammette che regole e norme aiutano gli insegnanti nella supervisione dei loro studenti. Ha anche ricordato un episodio in cui, in una riunione del personale scolastico, alcuni membri hanno chiesto norme più restrittive, tra cui quelle che riguardano la forma e il colore delle cinture o quanto lunga può essere tenuta la frangia dalle ragazze.
“A quel punto, non si è potuto certo dire che le norme siano state attenuate, anzi, c’è stata un enorme pressione nel farle applicare”, ha detto l’insegnante.
L’approccio disciplinare ha avuto infatti impatto negativo sugli studenti. In un post online, nella prefettura di Fukuoka, una mamma ha manifestato apertamente il suo malcontento per un’ ispezione dei capelli fatta a suo figlio in una scuola pubblica: uno degli insegnanti aveva infatti detto al figlio di farsi tagliare i capelli, ma dopo il taglio non era stato approvato perché i capelli del giovane da un lato risultavano ancora troppo lunghi; neppure dopo un secondo e terzo taglio l’ispezione è andata bene poiché i capelli del ragazzo avevano la frangia ancora lunga mentre ad un altro studente erano risultati troppo lunghi dietro la schiena.
Frustrata la madre ha chiesto quanto dovessero essere corti i capelli per potersi sentir dire che il figlio era adeguato. Solo dopo aver praticamente rasato la testa, il figlio riuscì a superare l’ispezione ed essere ammesso: “E’ dovuto andare a tagliare i capelli quattro volte per passare”, ha detto la madre. “I criteri di ispezione e adeguatezza sembravano variare da insegnante a insegnante”. Lo studente in seguito riuscì ad entrare anche all’università ma ha deciso di abbandonare poco dopo sostenendo la sua mancanza di fiducia negli adulti.
Ma questo tipo di approccio così opprimente non è limitato solo alle scuole superiori. Un insegnante, con 30 anni di carriera presso una scuola media nella Prefettura di Fukuoka, si è ricordato di un caso avvenuto nella scuola in cui ha lavorato: gli insegnanti provocavano gli studenti per poi attaccarli, manipolarli e tenerli sotto controllo.
“Molti membri dello staff studentesco hanno eseguito gli ordini di insegnanti più anziani che hanno detto loro di fare così”, ha detto l’insegnante. “Ma usare la forza non è una buona scelta, perché non farebbe altro che spingere gli studenti a ribellarsi ferendoli emotivamente”.
Un sondaggio online condotto da un gigante del mondo dei consumi, Procter & Gamble Japan K.K., ha dimostrato come il 70% degli insegnanti delle scuole medie e delle scuole superiori sono scettici nei confronti delle normative scolastiche sulle acconciature. Il sondaggio, condotto a febbraio su 600 studenti delle scuole medie e superiori e su 400 insegnanti, ha dimostrato come l’87% di loro ritiene che le regole debbano essere riviste e adeguate ai tempi moderni.
Nelle loro risposte, il 69% degli studenti ha affermato che vorrebbe venisse permesso loro di portare i capelli come meglio preferiscono. Solo il 9% degli studenti ha chiesto agli insegnanti il motivo di queste regole sui loro capelli.
Fonte: The Japan Times (scritto da Nishinippon Shinbun)
Tradotto da Sakura Magazine
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