Lo spazio che manga ed anime hanno nell’immaginario di oggi non è ormai più messo in discussione, però ogni tanto può essere interessante fermarsi e esaminare un fenomeno che ormai dura da quasi quarant’anni e che ha coinvolto le persone più diverse e a volte insospettabili. Ci sono stati vari libri in tema, ma un film può essere ancora più efficace per questo scopo.
Questo è quello che fa appunto l’interessante documentario Animeland, letteralmente la terra degli anime, sottotitolo Racconti tra manga, anime e cosplay, diretto da Francesco Chiatante e presentato già ad eventi e fiere in tema.
Innanzitutto, colpiscono gli ospiti che raccontano il come e il perché degli anime, ci sono nomi noti di cultori come quello di Luca Raffaelli, tra i primi stimatori del made in Japan, ma anche quelli di Maurizio Nichetti, Vincenzo Mollica e di fan cresciuti e diventati artisti come Caparezza, Paola Cortellesi, Fausto Brizzi e Valerio Mastrandrea, oltre che di noti studiosi e attivi nel settore come Massimiliano De Giovanni e Marco Pellitteri. Per ricordare che eravamo in tanti davanti alla tv a guardare gli anime e qualcuno di quella generazione è diventato famoso.
Animeland però non è un tributo nostalgico, ma un modo per raccontare l’importanza dell’immaginario nipponico nelle ultime generazioni, attraverso passato e presente, facendo vedere per esempio alcuni importanti eventi del settore, come il Romics con la presenza di Riyoko Ikeda, Lucca Comics, il Napoli Comicon o il red carpet a Venezia per la presentazione del film in CGI di Capitan Harlock in presenza di Leiji Matsumoto.
Animeland vuole indagare sotto la superficie di fenomeni particolari ma che hanno preso molto piede in Italia come manga, anime e cosplay, con un’analisi socio- culturale che racconta tutti i temi legati a questi universi poliedrici e variegati e che influenza hanno avuto e continuano ad avere oggi, attraverso anche testimonianze dirette.
Per cui, manga, anime e cosplay (che non è sempre, ricordiamo, legato al mondo giapponese, visto che hanno preso piede supereroi, film e telefilm) diventano il punto di partenza per raccontare un mondo di “fantasia” che non ha smesso di portare conseguenze ancora oggi nella realtà quotidiana: la cosa curiosa è che questa stessa fantasia ha smosso molti a cercare di realizzare sogni e bizzarrie di ogni tipo legate a questi ambiti e c’è chi c’è riuscito, con carriere in tema nell’ambito dell’arte, del fumetto, dell’editoria, del giornalismo. Quindi l’immaginario nipponico non è stata una cosa bizzarra e appassionante ma fine a se stessa, ma ha indicato un modo di vivere, cosa che in tempi di crisi come quello attuale è tutt’altro che male.
Il film parte raccontando l’impatto dei primi anime negli anni Settanta, un’invasione che ha segnato un’epoca, mostrando che c’era un altro modo per raccontare storie, da parte di un’altra cultura, ma poi arriva anche all’oggi, ad una passione che ha segnato la vita e che continua ad ispirare nuove cose.
Animeland non vuole essere solo un film per appassionati e amanti di questi argomenti, ma è rivolto a chiunque voglia sapere di più di una parte della società, di quelle che vengono definite sottoculture, ma che sottoculture non sono, per capire il valore e l’influenza che manga ed anime hanno avuto e continuano ad avere nella cultura italiana e non solo.
Per questo motivo non si può non augurare ad Animeland una vasta diffusione, e che sia anche il primo di progetti del genere, perché anche così si racconta l’oggi partendo dal mondo dell’immaginazione, e forse in maniera più efficace che in altri modi.
Articolo scritto da Elena Romanello per SakuraMagazine
Se volete leggere i libri scritti dalla nostra amica Elena Romanello della collana “I Love Anime” allora vi consiglio:
- Capitan Harlock. Avventure ai confini dell’Universo
- Candy Candy. «Eravamo tutte innamorate di Terence…»
- Sailor Moon. La bella ragazza guerriera
- Il mito di Lady Oscar (Hinomaru)
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