State passeggiando sul sentiero di un giardino piastrellato con formelle decorate. Raggi di sole brillano tra le foglie di un immenso gingko biloba e sul muschio bagnato di rugiada. Seguendo una curva sul sentiero, vi appare d’improvviso la casa del tè: un capanno dal tetto di paglia, diviso in tanti compartimenti, fatto di legno e bambù. Ha un aspetto così rustico che potrebbe essere spuntato nella foresta direttamente da sottoterra.A questo punto togliete le scarpe, passate attraverso una piccola porta e vi ritrovate nel mondo fluttuante della tranquillità e della contemplazione conosciuto come Cha No Yu, ovvero la Cerimonia Giapponese del Tè. Il padrone di casa, vestito in kimono, s’inchina profondamente e vi invita a entrare in una stanza che colpisce per la semplicità. Quattro tatami ricoprono il pavimento. In un vaso di bambù, la cui posizione è stata scelta con cura, sta una camelia bianca che pende nella vostra direzione.
Dell’acqua bolle in un’urna fatta di ferro su delle braci di carbone. La stanza è priva di mobilia e, a parte gli utensili per servire il tè, completamente sgombra. Non c’è bevanda più giapponese del tè verde e il rituale di cui state per essere testimoni, nato all’interno del Buddhismo Zen e sviluppatosi nell’arco di cinque secoli, è un’autentica celebrazione spirituale.
“La Cerimonia del Tè richiede anni di formazione e pratica. – raccontò Lafcadio Hearn, scrittore di fine Ottocento – Eppure tutta quest’arte con le sue regole non consiste in altro che preparare e servire una tazza di tè. Quello che conta sopra ogni cosa è il modo in cui vengono svolti i movimenti, devono essere il più possibile precisi, gentili, aggraziati e piacevoli”.
Ogni gesto deve svolgersi con la fluidità di un balletto di danza classica. Seguendo una sequenza precisa di passi, il cerimoniere pulisce gli utensili e li posiziona davanti a voi: si tratta di un cucchiaio di bambù e una tazza di ceramica. Viene offerto un dolcetto per pulire il palato. Quando la teiera emette un fischio, che i giapponesi chiamano “il vento tra i pini”, viene tolta dal fuoco e lasciata raffreddare un poco mentre il maestro di cerimonia mette nella tazza della polvere di tè verde o matcha. […]
Il cuore della Cerimonia del Tè sta nell’idea di fare tesoro di un singolo istante.
“Stringo tra le mani una tazza di tè – scrisse Soshitsu Sen XV, gran maestro della scuola del tè Urasenke nel Novecento. – Vedo tutta la natura rappresentata nel suo colore verde. Chiudendo gli occhi , scopro nel mio cuore montagne verdi e acqua pura: le sento diventare parte di me, mentre siedo in solitudine e in silenzio sorseggiando il tè. Quando condivido questa tazza di tè con gli altri, diventano anche loro una cosa sola con questa e con la natura”.
“Bollite l’acqua, mettete il tè in infusione e bevetelo. Questo è tutto quello che vi serve sapere”.
Sen No Rikyu, maestro del tè nel XVI secolo
I Giapponesi hanno consumato tè, soprattutto verde, per centinaia di anni. Un monaco Zen di nome Eisai, verso la fine del XII secolo, portò in Giappone dei semi di tè dalla Cina, così già nel Medioevo la classe dirigente giapponese teneva festini dove si degustava il tè: se ne potevano assaggiare fino a cento varietà. Presto se ne appassionarono anche le masse. Allora il tè iniziò ad essere mescolato ai cibi per la creazione di alcuni piatti, come avviene ancora oggi. […]
Il legame tra il tè verde e il cibo si fece più stretto con il diffondersi della Kaiseki Ryori, la cucina servita durante la Cerimonia del Tè. Un esempio tipico lo si trova in un’antica testimonianza scritta. Il 21 settembre 1590 il più autorevole maestro del tè della storia, Sen No Rikyu, invitò a Tokyo quattro ospiti per il tè e la cena. Fu un classico ricevimento nella casa del tè del guru, con ogni piatto selezionato e presentato in modo da valorizzare l’attesa e il piacere del tè. La prima portata consisteva in una minestra di verdure e orata marinata nel sakè, e accompagnata da una ciotola di riso. Dopo qualche bicchierino rinfrescante di sakè, seguivano silken tofu e salmone grigliato. La cena si concludeva con una porzione di castagne e un’altra di torta di fagioli di soia dolci. In ultimo arrivava il tè. […]
Da secoli, nella terra del Sol Levante, il bere il tè è associato all’idea di salute e longevità.
Intanto lasciateci prendere un sorso di tè. La luce pomeridiana illumina il bambù, le fontane zampillano con gioia, nella teiera si sente il fruscio dei pini. Lasciateci sognare l’inconsistente e indugiare nella meravigliosa leggerezza delle cose.
Kakuzo Okakura, Il Libro del Tè.
Tratto dal libro “Sempre giovani e magre – I segreti in cucina delle donne giapponesi” di Naomi Moriyama e William Doyle.
Libri consigliati sul tè e sulla cerimonia del tè:
- Il tè: La storia – Il gusto del tè di Christine Dattner
- Il piacere del tè. Guida completa. Conoscere, preparare e degustare la bevanda più antica del mondo
- La via del tè nella spiritualità giapponese di Maria De Giorgi
- Lo zen e la cerimonia del tè di Kazuko Okakura
- Il tè verde di Hu Hsiang Fan
- Il tè e le sue virtù di Michèle Carles
- Il libro del Tè di Kakuzo Okakura
- NewZen. Gli spazi della cerimonia del tè nell’architettura giapponese contemporanea di Michael Freeman
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