Osamu Tezuka
L’industria del fumetto giapponese moderno nasce, come quella dell’animazione, con Osamu Tezuka (1928-1989). Appassionato dei film Disney, Tezuka ne mutua alcuni elementi di stile (i famigerati “occhioni”, che diventano un carattere tipico delle produzioni del Sol Levente), ma soprattutto un ideale cinematografico che traspone su carta, segnando quella rivoluzione del linguaggio fumettistico che è la principale eredità formale della sua esperienza d’autore: dinamismo, montaggio serrato, grande varietà di inquadrature, alta velocità di lettura.
Lo stesso amore per il linguaggio cinematografico Tezuka apporta all’animazione televisiva, che fino ad allora, specie quella di produzione americana, era stata caratterizzata da una staticità quasi teatrale. Basti confrontare Astro Boy (1963), il primo grande successo di Tezuka, con i coevi The Flinstones di Hanna & Barbera.
Manga & Anime
Nati sinergicamente, manga e anime si sostengono a vicenda e generano un’industria dalle dimensioni inusitate: il manga sempre capace di proporre nuovi autori, nuovi personaggi e nuovi temi rivolti a ogni tipo di target; l’animazione televisiva pronta a riprenderne i soggetti e rilanciarli verso il grande pubblico, in particolare quello di bambini e adolescenti a cui si rivolge anche il terzo pilastro di un’ideale triangolo, quell’industria del giocattolo a sua volta in grande espansione (il colosso Bandai nasce nel 1950 e deve ad Astro Boy molta della sua fortuna).
Celluloide
Col passaggio al digitale, avvenuta sul finire del millennio, l’animazione abbandona le sue tecniche tradizionali, che erano rimaste invariate fin dagli anni ’30. I rodovetri o “cel”, disegni realizzati a mano su fogli di acetato trasparente, sovrapposti a fondali dipinti e infine fotografati uno a uno, spariscono definitivamente dalla scena.
Considerato che un singolo episodio da venti minuti di una tipica serie televisiva poteva contenere alcune migliaia di disegni, è facile rendersi conto della quantità di materiale prodotto, un mare di disegni che, esaurito il suo scopo, veniva di regola smaltito. Solo in anni recenti i cel sono diventati oggetti di collezionismo, per quanto l’intrinseca instabilità chimica dell’acetato renda incerta la possibilità di conservazione sul lungo periodo.
Go Nagai
Kiyoshi Nagai (Nagai Kiyoshi – 06/09/1945), in arte Go Nagai è uno dei più noti fumettisti e sceneggiatori di anime. Ha portato diverse importanti innovazioni nei manga e negli anime ed è considerato uno dei geni del manga moderno. Attraverso la sua fantasia ha inventato i robottoni combattenti che possono essere guidati dall’interno. In questa categoria s’inserisce Mazinger Z (02/11/1972), uno dei suoi più importanti fumetti. Oltre a ciò rinnova e sviluppa il genere d’orrore dei romanzi di genere del XIX secolo, con Mao Dante (1971) de Devilman (1972), ma con toni più attenuati a causa della forte censura televisiva.
Il suo Cutie Honey (1972) narra la storia di una bellissima androide con sentimenti umani che vuole vendicare il padre inventore e fermare la congregazione delinquenziale Panther Claw. Rientra in vari sottogeneri e ne inaugura altri: si inserisce nel filone delle donne spadaccine che nascondono l’identità per vendicare il padre, come la principessa Wakana o la principessa Yuki; il genere maghette si trasforma in vari aspetti, il supereroistico individuale al femminile si presenta con il Nanori (presentazioni con pose teatrali).
Le puntate televisive nel 1973 sono ridotte a causa delle proteste delle associazioni di genitori. Una curiosità: nella serie televisiva Honey in 20 puntante uccide 268 nemici, e inoltre, ci sono scene di nudità fra una trasformazione e l’altra, creando molto scalpore. L’associazione di genitori riesce a far chiudere la serie in anticipo, ma questo cartone segnò il punto di partenza per i fumetti e gli Anime maliziosamente ammiccanti ed erotici.
Nel 1973 dà nuova linfa al genere apocalittico con Violence Jack, descrivendo un mondo in rovina dominato dalla mera violenza. Il 1974 vede nascere Il grande Mazinga, Getta Robot, Kekko Kamen e l’anno seguente Getta Robot G, Jeeg Robot d’acciaio, Goldrake.
Con Nagai prosegue la tradizione dei romanzi di genere nel delineare personaggi con personalità complesse e ben differenziate, ma il suo approccio è più intimo rispetto agli autori del secolo precedente, presentando persone che oltre a qualità hanno difetti, ossessioni, paure e complessi.
Go Nagai ama riproporre i suoi protagonisti come cameo in serie a cui non appartengono; dedica loro delle versioni alternative, nuove storie parallele. Ne è egli stesso affascinato e li tratta come attori del kabuki: essi possono interpretare nuovi ruoli in altre storie, dove il nome, la psiche e l’aspetto lo rendono riconoscibile, ma la storia è profondamente diversa.
Fonte: Testo tratto da pannelli esplicativi in mostra durante l’evento Lucca Comics&Games 2019
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