Vivere in Giappone può essere un’esperienza molto “rumorosa”. Anche nel mio piccolo quartiere, pur tranquillo che sia, raramente passa un giorno senza sentire una grande varietà di suoni tipici.
Ad esempio quattro giorni alla settimana il camion della spazzatura arriva con il suo tipico Orugouru (オルゴール), un suono simile ad un carillon. Poi una volta alla settimana, passa lentamente anche un’auto commerciale che vende e compra oggetti di seconda mano e che con una simpatica voce femminile annuncia allegramente che l’uomo dentro la macchina è lì per voi a prendere gratis ogni cosa vecchia che non volete più (che poi tanto gratis in realtà non è).
Altri suoni tipici sono quelli dei venditori ambulanti lungo la strada che offrono Yakiimo (焼き芋, patate dolci al forno), Tofu (豆腐), Raamen (ラーメン), Kerosene (石油) per ricaricare le stufe e infine anche del Saodake (竿竹), paletti di bambù per il bucato. Ognuno di questi commercianti viene con i propri annunci e suoni che li caratterizzano dagli altri: ad esempio l’uomo del tofu viene con una sorta di trombetta mentre quello delle patate dolci con una melodia che nelle sere fredde invernali diventa addirittura ipnotica.
Un’altra cosa abbastanza tipica è una sorta di trombetta che a fine giornata ricorda ai bambini di tornare a casa. C’è una grande varietà di melodie e suoni però la più rappresentativa è di sicuro la bellissima canzone Yuuyake Koyake (夕焼け小焼け).
A proposito di suoni e rumori in Giappone, un paio di anni fa, due ricercatori giapponesi del Kyushu, fecere un sondaggio in cui chiesero agli stranieri residenti che vivevano nelle zone di Fukuoka cosa ne pensavano del “paesaggio sonoro” giapponese; in realtà il sondaggio era mirato a conoscere quali erano i suoni più sentiti in Giappone dagli stranieri.
Dal sondaggio si è potuto evincere che i suoni più menzionati sono stati quelli dei semafori pedonali, poi al secondo posto, purtroppo, il rombo dei motori delle motociclette e poi in seguito quello dei venditori ambulanti (come quelli accennati prima), seguiti nella lista da vari annunci di campagne elettorali. Quest’ultime includono politici che girano con i megafoni vicino alla stazione ma anche le loro assistenti (Uguisujō ウグイス嬢) che continuano ad annunciare dai loro camioncini e macchine il nome del politico candidato che sostengono.
Altri suoni che sono stati considerati come caratteristici del Giappone sono il “mīnmīnmīn” delle cicale d’estate, il kan-kan-kan dei passaggi a livello chiusi o in chiusura, rumori provenienti dalle salegiochi di Pachinko e altri annunciatori pubblicitari vari. I risercatori sono rimasti sorpresi da come invece rumori come lo sbattere dei geta (下駄, zoccoli di legno) o il suono delle campane dei templi non siano stati neppure menzionati. Questo forse perchè i residenti stranieri sono abituati a suoni che si avvicinano a ciò che per loro è più familiare e non prestano attenzione al suono “nuovo”.
Per quanto riguarda i suoni dei semafori, bisogna fare una distizione tra due tipologie: Gion-shiki (擬 音 式, suono di imitazione) e Merodi-shiki (メ ロ デ ィ式 suono melodico). Della prima tipologia, il Gion-shiki, è facile sentirla a Tokyo ed è chiamata in due modi: Kakkou ( カッコー) perchè dal suono sembra un cuculo mentre il Piyo ( ピヨ) è meno melodico e sembra il canto di un ordinario uccellino. Il suono Kakkou solitamente si sente negli incroci posti su una strada che va da est a ovest mentre il Piyo nelle strade da nord a sud.
I Melody-Shiki invece, sicuramente tra i più comuni, sono i Tōryanse (通 り ゃんせ), una vecchia cantilena per bambini oppure i Kokyō no Sora ( 故郷の空 ) che riproducono un adattamento giapponese della canzone scozzese per bambini Comin’ Thro’ the Rye.
Per scoprire quanti sono i giapponesi che sono consapevoli di queste melodie quotidiane ormai facenti parte dei suoni tipici giapponesi, io stesso ho fatto una piccola indagine. Ho registrato il suono di tre semafori pedonali posti fuori dalla stazione di Takadanobaba a Tokyo.
Il primo semaforo era in stile “Kakkou”, il secondo “Piyo” e il terzo invece suonava la melodia scozzese. Ho poi fatto sentire le registrazioni a 60 studenti della mia università, che tra l’altro si trova proprio a pochi passi da quella stazione, mostrando loro anche la zona con gli incroci tramite Google Earth. Dopo ho chiesto loro di identificare nella mappa quali semafori emettessero quei suoni.
I risultati mi hanno mostrato che i miei studenti non erano del tutto inconsapevoli di quei suoni nella loro vita quotidiana perchè una buona parte è andata per la risposta giusta: 32% ha saputo identificare il semaforo “Piyo”, il 34% sapeva dove poteva trovarsi quello “Kakkou” e meno del 45% ha indovinato quello con il motivetto scozzese.
Probabilmente, non tutti forse potrebbero apprezzare la rumorosità degli spazi pubblici giapponesi e sempre più spesso si parla di inquinamento acustico (souon kōgai 騒 音公害). Però d’altra parte se la città non avesse questi tipici suoni non sarebbe la stessa, anzi non sarebbe la stessa città, tipicamente giapponese!
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