Nel formato Rotolo, i fogli di carta sono uniti insieme orizzontalmente tramite una colla vegetale per formare una lunga striscia; alla fine è poi applicato un “foglio-copertina” e un rullo, chiamato Jiku, attorno a cui si avvolge tutto il rotolo.
La parte del rullo (Jiku) che spunta fuori dal rotolo di carta si chiama Jikugashira; il bordo esterno della copertina frontale è arrotolato verso l’interno a formare un piccolo tubicino, chiamato Hassou, attraverso il quale è inserita una spinetta di bambù. Quest’ultima serve a tenere ben incollata la copertina al resto del rotolo.
Nella maggior parte dei casi, i rotoli presentano la parte scritta solo in un lato del foglio, quello interno; la parte esterna invece non veniva utilizzata. Solo occasionalmente veniva usata per aggiungere delle note o quando nella parte interna mancava spazio. Questa tecnica viene chiamata Uragaki (iscrizione sul retro).
Tutti sappiamo come il rotolo sia la forma di libro più antica conosciuta sino ad ora. I primi rotoli visti in Giappone sono stati importati dalla Cina e contenevano testi di estremo valore come i sutra buddhisti; erano considerati in Giappone come oggetti incredibilmente prestigiosi e anche quando la Cina smise di usarli per passare alla stampa e ad altri metodi più moderni per i libri, in Oriente, ma soprattutto in Giappone, rimase come un formato di grande valore.
Al di là del suo valore e prestigio, usarlo aveva i suoi vantaggi: una volta aperto si poteva avere una visione ampia del contenuto rispetto ad un libro ordinario quindi risultava utile ad esempio per rappresentare illustrazioni, mappe, diagrammi o disegni.
Lo svantaggio purtroppo è che non era facile, in caso invece vi fossero contenuti testi, andare direttamente ad un punto desiderato, ma bisognava scorrere tutto il rotolo e poi riavvolgerlo dopo la lettura. Nonostante però questo “difetto”, non perse di valore, anzi, venne quasi considerata una peculiarità che aggiunse ulteriore prestigio, valore e popolarità al formato per lungo tempo.
Il fatto che i volumi dei libri, di una serie o una collana ad esempio, vengano in Giappone enumerati ancora oggi con Ikkan, Nikan…, ossia Rotolo 1, Rotolo 2…, è dovuto proprio alla popolarità che ebbe a suo tempo tale formato.
Per elencare invece i singoli rotoli veri e propri di una serie, gli esperti usano invece il termine Jiku (letteralmente “rotolo”).
Altri articoli simili:
- Libri Giapponesi: Metodi di Rilegatura e Formati dei Libri – Orihon, Rilegatura a Fisarmonica
- Libri Giapponesi: Metodi di Rilegatura e Formati dei Libri – Detchouso, Rilegatura in Stile Orientale
- Libri Giapponesi: Metodi di Rilegatura e Formati dei Libri – Tetsuyousou, Rilegatura Multisezione
*** Se trovi gli articoli, le traduzioni e le recensioni di questo sito utili, per favore sostienilo con una donazione. Grazie! ***
Se volete potete distribuire liberamente questo testo, in maniera non commerciale e gratuitamente, conservandone l’integrità, comprese queste note, i nomi degli autori ed il link http://sakuramagazine.com