Vi presento la prima parte dell’intervista fatta a Toru Fujisawa, autore di GTO – Great Onegai Teacher.
Famoso internazionalmente, Toru Fujisawa è l’autore di “GTO: Great Onegai Teacher“, famosissimo manga che racconta del capo di una banda di mototeppisti che decide di intraprendere la professione di insegnante presso un liceo per ragazze. Da qui partono tutta una serie di problemi ed eventi che il protagonista, l’entusiasta professore, si vedrà costretto ad affrontare.
Questo manga ha raggiunto una popolarità senza precedenti, tanto da essere stati realizzati in seguito alla pubblicazione del manga anche una serie TV, film e una serie animata, ottenendo ciascuno di questi lavori un grandissimo successo.
Lo studio di Fujisawa si trova a Tokyo in un palazzo nel distretto di Kichijoji. Ci riceve in una stanza all’ultimo piano del palazzo: troviamo lampade luminose, musica in sottofondo vicino al luogo di lavoro dove si trovano anche sei assistenti seduti attorno ad un tavolo intente a disegnare. Quattro di loro sono donne e, ora che ci penso, ognuna di loro mi ricorda vagamente personaggi come l’insegnante Fuyutsuki di “GTO” o Kasumi, protagonista di “Rose Hip Rose”, una serie attualmente molto popolare.
IL SENTIERO DI UN ARTISTA MANGA
Fujisawa fa una pausa dal suo lavoro per parlare con me, quindi ne approfitto per cominciare a chiedergli qualcosa su quelli che sono i suoi ricordi sul mondo dei manga.
Avevo a che fare con i manga già sin da quando ero piccolo. Leggevo storie come “Love and Sincerity” di Ikki Kajiwara della rivista settimanale “Shukan Shonen” e le storie di Go Nagai. Mi piaceva molto guardare gli anime e amavo gli eroi. E’ durante questo periodo che ho cominciato a disegnare i miei eroi e robot. Ho cominciato a disegnare all’asilo, disegni che poi sono diventati manga dal sesto anno delle elementari. Era una storia con un’unico frame quindi lo potete definire “manga per principianti”.
Al sesto anno delle elementari cominciai a disegnare manga solamente per far ridere i miei amici, quindi quello che disegnavo era quasi tutto materiale “proibito”. (ride) Andavo alle elementari e tutto quello che mi piaceva era disegnare cose di poca qualità: disegnavo storielle manga comiche o spesso realizzavo la parodia di qualche serie animata televisiva.
Sembra che tu all’epoca non avessi nessun amico interessato ai manga con cui avresti potuto lavorare.
Gli altri bambini delle elementari, e poi anche i ragazzi delle medie, non disegnavano molto, quindi solitamente disegnavo molto da solo. Alle medie cominciai a disegnare manga anche a colori e poi obbligavo i miei amici a comprarli! (ride)
A scuola prendevi voti alti?
No. Non ho mai preso voti alti. Non ero un tipo serio che si applicava, anzi al contrario, facevo il buffone e non mi applicavo affatto. Mi ricordo che una volta ci fu una gara di pittura in città per bambini per dipingere la stazione. Io ero così annoiato che in quel momento disegnai quello che mi sentivo di disegnare e, immaginando un cielo di notte, disegnai Ginga Tetsudō 999 o Galaxy Express ( tradotta anche come Milky Way o Via Lattea) di Reiji Matsumoto. Dopo questa l’insegnante si arrabbiò moltissimo. (ride) Però vinsi il terzo premio nonostante gli altri bambini si fossero impegnati e applicati nel disegno mentre io lo avessi fatto solo per gioco.
Anche nel tuo attuale lavoro, se guardiamo attentamente, si può vedere il tuo lato comico e giocoso, in alcuni dettagli e particolari a cui magari non si darebbe importanza. Questo dimostra quanto incredibile sia la quantità di informazioni che si può trovare in una singola vignetta. Possiamo quindi dire che il tuo stile si è formato proprio in quel periodo della tua vita.
Si. Mi piace molto far ridere le persone. Il punto d’inizio per me è sempre una gag.
Quando è stato che hai capito che volevi diventare un mangaka?
E’ stato dopo aver iniziato il liceo. Alcuni di noi avevano formato un club per creare una nostra propria rivista. Non c’erano molti ragazzi che disegnavano manga, ma abbiamo ugualmente obbligato qualcuno ad iscriversi al club! Abbiamo creato un libro tutti insieme da spedire ovunque, tramite un’ordinazione fatta per email. Dopo ciò, in qualche modo mi sono sentito come se realmente io volessi disegnare e realizzare manga.
E alla fine la spedizione è andata bene?
No, per niente. Anche se in fondo, credevo che andasse bene, alla fine non ne è stato spedito nemmeno uno! (ride)
Dopo il diploma sei andato a Tokyo e hai cominciato a far parte di una rivista per principianti e li hai continuato ancora a disegnare manga.
All’inizio mi fu detto che il mio lavoro era troppo trascurato. Però nel frattempo un’altra rivista si offrì di pubblicare il mio lavoro, così ho cominciato a lavorare alla mia serie per questa rivista. Ecco quindi come ho “debuttato”.
Mentre inizi la tua serie, ti viene offerto un lavoro anche come assistente di un artista manga, quindi per qualche anno hai fatto anche l’assistente: dovevi essere sicuramente molto occupato, ma, nonostante questo, riuscivi ugualmente a trovare il tempo per disegnare e pubblicare i tuoi propri lavori come professionista.
C’è una cosa che nel disegno viene chiamata “prospettiva”. Mr. E. mi ha insegnato che bisogna sempre saper inserire ogni singolo oggetto, anche il più piccolo, nella giusta prospettiva. Quella per me è stata una grandissima lezione, di grande valore. Inoltre è importante prestare attenzione alle scene affollate dove ci sono molti personaggi (tipo 15 o anche 20 persone); tra queste persone ad esempio ci saranno sicuramente persone magre o persone più robuste, alte o basse, poi, tutti avranno sicuramente stili differenti di capelli e ognuno si muove a modo proprio. Se non si sanno rendere bene tutti questi particolari si rischia di realizzare un lavoro di scadente qualità.
COME CREI I TUOI PERSONAGGI?
Nei tuoi lavori, ci sono molti personaggi unici nel loro modo di essere, e Onizuka di GTO non è certamente da meno. Non è una cosa insolita che molto spesso i personaggi riflettano parti del loro stesso autore. Come riesci tu a tirar fuori personaggi così carismatici?
Il personaggio di Onizuka si è sviluppato e maturato gradualmente come il motociclista, protagonista di “Shonan Jun’ai Gumi” (“Shonan Pure Love Gang“). Quando ho cominciato a realizzare il seguito, GTO, pensavo che sarebbe stato interessante se lui avesse trovato un’occupazione diversa e si fosse trovato in situazioni così diverse e lontane dalla banda di motociclisti, così ho deciso di farlo diventare un insegnante. E’ stato facile creare questo manga.
Ci sono personaggi o storie che hai realizzato ispirandoti a tue personali esperienze della tua infanzia o fatte da grande al liceo?
Usavo come ispirazione ciò che avevo a mia disposizione: i miei amici, il loro modo di parlare, storie che sentivo raccontare dalla gente, film e storie che vedevo alla TV. Credo di essere stato influenzato maggiormente da tutte queste cose. Ad ogni modo, poi tutto dipende anche dal contenuto della storia, come ad esempio in “Rose Hip Rose”: non posso sempre mettere anche me all’interno della storia, però, nonostante questo, complessivamente, qualunque sia il contenuto del lavoro e qualunque sia il modo in cui la storia si evolve e va avanti, tutto rispecchia comunque quello che io sono.
Il contenuto di una storia diventa chiaro al lettore man mano che la storia va avanti. Invece a te è già chiaro tutto il susseguirsi degli eventi ancora prima di iniziare a disegnare?
Tanto per cominciare, si, qualcosa, ma in maniera molto vaga e frammentata: i personaggi cominciano a muoversi, a parlare e a poco a poco cominciano a fare le cose ed è solo allora che la trama diventa più chiara, però penso, in particolare nei manga, che i personaggi non siano mai veramente completi all’inizio.
Questo significa che all’inizio tu non sai come la storia si svilupperà o addirittura come finirà?
C’è una specie di percorso da seguire, un’idea iniziale e poi tutto si snoda attorno a questa idea iniziale. Penso che la storia diventi gradualmente sempre più chiara man mano che si sviluppa e migliora nel corso della sua realizzazione.
Quindi i personaggi acquistano più carattere e il loro ruolo di delinea sempre di più mano a mano che si sviluppa la storia, le loro battute diventano sempre più significative e appropriate ad ogni situazione.
Intervista tratta dal libro Draw Your Own Manga – All The Basics
Traduzione: Sakura Miko
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