Il fondatore della setta Soutou in Giappone fu Dougen (1200-1253), che nacque da una principessa Fujiwara che era stata data in moglie a un generale della famiglia Minamoto, era stata ripudiata, e poi era stata obbligata a risposarsi con un membro della famiglia Koga.
Il disonore della madre accompagnò l’infanzia del figlio, chiamato Kigen che, peraltro, ricevette un’ottima educazione dal fratellastro il quale, a quanto sembra, gli si era molto affezionato. La madre morì quando egli aveva poco più di sette anni. All’età di dodici anni entrò nell’Onjouji, uno dei tanti monasteri che facevano parte del Tendai sul monte Hiei, dove gli fu dato il nome di Dougen, e, secondo ciò che egli stesso scrisse nel suo primo Houkyouki e nello Shoubougenzou, divenne presto un discepolo di Eisai che in quel tempo risiedeva nel monastero Kenninji a Kyoto e, in seguito, di Myouzen, anch’egli discepolo di Eisai.
Nel 1223 Myouzen si recò in Cina, e con lui partirono anche Dougen e altri suoi condiscepoli, per studiare ulteriormente lo Zen alla scuola del maestro Zen Rujing (1163-1228 in giapponese Nyojou) nel monastero di Ayuwan-shan. Fu alla scuola di questo maestro che Dougen ottenne l’Illuminazione o, come dichiarò egli stesso, “lascio cadere il (si liberò del) corpo e (del)la mente”.
Rinunciando alla proposta del maestro di diventare suo successore ad Ayuwan-shan, Dougen rientrò in Giappone e si stabilì da principio al Kenninji dove rimase per tre anni; ivi scrisse il Fukan zazengi, nel quale spiegò il metodo per praticare lo zazen e anche il vero significato Annyouin, nella località Fukakusa, sei o sette clilometri a sud del Kenninji, dove, nel 1254 circa, scrisse il trattato Shoubou-genzou (detto anche Eihei-shoubou-genzou, L’occhio e il tesoro della vera dottrina).
A differenza di tutti gli altri fondatori di Kamakura, Dougen rigettò la dottrina del mappou-hisou, che era al centro di quasi tutte le altre scuole buddhiste, e si può dire che nella sua dottrina non esista il concetto di storia. L’unica pratica valida e necessaria per Dougen era lo Zen inteso come shikantaza, che si può definire come “meditazione continua e senza contenuto”, eliminando così il Kouan di Eisai.
Tratto dal libro Storia delle Religioni – Cina- Estremo Oriente
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